I ragni non sono certamente tra gli animali più amati e talvolta può succedere di soffrire di una vera e propria paura che prende il nome di aracnofobia.
La paura dei ragni può diventare un problema e sfociare in una vera e propria patologia che prende il nome di aracnofobia, con tutte le conseguenze che ne conseguono.
Il suo trattamento, infatti, talvolta è necessario in quanto può rendere la vita molto difficile. Scopriamo insieme come combatterla un volta e per tutte.
Aracnofobia: come superare la paura dei ragni
Trattandosi di una patologia che colpisce la psiche, l’aracnofobia è molto diffusa e il suo trattamento può essere molto difficile.
Come tutte le fobie di natura psichica, infatti, non esiste un farmaco in grado di eliminarla e, quindi, è necessario agire dal punto di vista mentale.
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Uno dei metodi più usati si basa sul contatto diretto con l’animale stesso. Ovviamente, si tratta di un trattamento che viene eseguito molto gradualmente ma che si propone l’obiettivo di mettere il paziente davanti alla sua più grande paura, di entrarci in contatto e quindi di combatterla.
Il primo step prevede una serie di domande sul perchè della propria fobia e sugli aspetti che portano ad esserne ossessionati.
Il secondo step prevede la presentazione al paziente di una serie di fotografie di ragni
e mostrando veri ragni, che li separano dal soggetto grazie ad un vetro.
Durante il terzo ed ultimo step l’aracnofobico è chiamato a toccare in maniera diretta l’animale.
Si tratta di un trattamento che largamente efficace ma che richiede, talvolta, anche di essere ripetuto nel corso del tempo per non ricadere nell’ossessione.
In sostanza, si cerca di combattere questa fobia ponendo il paziente a contatto con la sua più grande paura.
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Alcuni studiosi, peraltro, ritengono che si tratti di una fobia che affonda le sue radici nell’infanzia. Nello specifico, da piccoli le paure e il senso di inadeguatezza sono state rappresentate con la figura del ragno finendo per credere quest’ultimo la causa di tutti i propri mali. Altro non è quindi che un meccanismo di autodifesa.