Residuo fisso nell’acqua: cos’è e perché è importante conoscerlo

Valeria B

Casa

Residuo fisso nell’acqua: cos’è e perché è importante conoscerlo. Cosa bisogna sapere.

Forse non tutti sanno cos’è il residuo fisso nell’acqua. Si tratta dell’insieme dei sali disciolti che vengono pesati dopo l’evaporazione a 180 °C di un litro d’acqua, che è stata in precedenza filtrata per eliminare eventuali solidi sospesi.

Il residuo fisso viene indicato anche con la sigla inglese TDS, “total dissolved solids”.

L’acqua che ha un residuo fisso alto significa che è più ricca di sali minerali. Dunque, conoscere il residuo fisso è importante, perché il valore indica se l’acqua è leggera o ricca di sali e la differenza ne modifica le caratteristiche organolettiche. Ecco cosa bisogna sapere.

LEGGI ANCHE: LATTE, SCADENZA E CONSERVAZIONE, COSA BISOGNA SAPERE

Residuo fisso nell’acqua: cos’è e perché è importante conoscerlo

residuo fisso acqua

Il parametro del residuo fisso indica la mineralizzazione di un’acqua e viene utilizzato proprio per catalogare le acque minerali e potabili. Viene misurato in mg/L (milligrammi per litro).

Per l’acqua distribuita tramite l’acquedotto non sono previsti limiti alla quantità di residuo fisso, viene indicato solo un valore massimo consigliato di 1500 mg/L.

Per l’acqua minerale in bottiglia, invece, non è indicato alcun limite. In questo caso, infatti, non sussistono i rischi di incrostazioni e corrosione come per un’acqua troppo salina trasportata attraverso le tubature.

Le acque minerali in commercio, secondo il D.Lgs 176/2011 possono riportare sull’etichetta le seguenti indicazioni, a seconda del contenuto salino dell’acqua:

  • minimamente mineralizzata, in caso di concentrazione salina non superiore a 50 mg/L;
  • oligominerale o leggermente mineralizzata, se i sali non superano i 500 mg/L;
  • ricca di sali minerali, se la concentrazione salina è superiore a 1500 mg/L.

Infine l’acqua mediominerale, categoria non prevista dalla legge, è quella con residuo fisso compreso tra 500 e 1500 mg/ L.

Il contenuto salino dipende dal processo di mineralizzazione dell’acqua, che è determinato dal tipo di rocce che l’acqua ha attraversato, ma anche da altri fattori, come la permanenza nel sottosuolo e il contatto con la roccia e l’eventuale presenza di gas.

Consumo

Una persona in buona salute può bere qualunque tipo di acqua minerale, sia poco che molto salina. Invece, le persone con particolari condizioni di salute, o che seguono una dieta particolare oppure svolgono una attività fisica impegnativa possono avere necessità di bere un’acqua specifica con un dato contenuto salino.

Le acque povere di sali sono indicate per le persone ipertese e che devono seguire una dieta a basso contenuto di sodio. Queste acque aiutano e prevenire i calcoli ai reni. Inoltre, sono indicate per diluire il latte in polvere per i bebè, in quanto non ne alterano la composizione.

Le acque con un maggiore contenuto di sali, invece, sono indicate negli sportivi e in chi pratica regolare e intensa attività fisica per reintegrare i sali persi con la sudorazione. Le acque troppo saline, tuttavia, non andrebbero consumate tutti i giorni come acqua da tavola perché ricche di sodio.

Comunque, le acque ricche di calcio, magnesio, fluoro e bicarbonato fanno bene alla salute, nelle varie fasi della vita. Le acque mediominerali, ricche di questi minerali, sono particolarmente indicate nei bambini e negli adolescenti. Mentre negli adulti sono da preferire quelle oligominerali.

LEGGI ANCHE: BOTTIGLIE DI PLASTICA DELL’ACQUA, COME VANNO CONSERVATE

residuo fisso acqua

Gestione cookie