Vaccini anti Covid: caratteristiche e differenze. Cosa bisogna sapere. Le informazioni uili.
In Italia vengono somministrati al momento 4 vaccini contro il Coronavirus Sars-Cov-2 e la malattia che provoca: Covid-19.
I vaccini si distinguono in due gruppi: quelli a RNA messaggero e quelli a vettore virale. Scopriamo quali sono le loro caratteristiche e le differenze.
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I vaccini anti Covid che vengono somministrati in questo momento in Italia sono quattro: quello di Pfizer/BioNTech (Comrinaty), quello di Moderna, quello di AstraZeneca (Vaxzevria) e quello di Johnson & Johnson (Janssen).
Il loro obiettivo è quello di immunizzare l’organismo contro la proteina Spike, che si trova sulla superficie del coronavirus Sars-CoV-2 e che il virus utilizza per penetrare nelle cellule umane. Nessun vaccino contiene il virus.
I primi due vaccini sono a mRNA, ovvero a RNA messaggero, contengono molecole di acido ribonucleico (RNA) modificato, con le istruzioni per la produzione temporanea della proteina Spike. Le molecole di mRNA raggiungono le cellule della persona vaccinata e impartiscono al suo sistema immunitario le istruzioni per immunizzarsi contro il Coronavirus (producendo la proteina Spike contro la quale l’organismo costruisce la risposta immunitaria con gli anticorpi).
Gli altri due vaccini, invece, sono a vettore virale e utilizzano l’adenovirus per portare nelle cellule umane il frammento di DNA che contiene le istruzioni per la produzione della proteina Spike. L’adenovirus è un virus comune che può causare infezioni respiratorie lievi e congiuntiviti. Per il suo utilizzo nel vaccino anti Covid, l’adenovirus viene inattivato e modificato, dunque è innocuo per il soggetto che lo riceve con la vaccinazione. Anche in questo caso l’organismo reagisce alla proteina Spike con la produzione di anticorpi.
L’immunizzazione dalla proteina Spike comporta automaticamente l’immunizzazione contro Sars-Cov-2. Le molecole del virus, infatti, non riusciranno a penetrare nelle cellule umane, grazie alla risposta immunitaria contro la proteina.
Tutti vaccini, tranne quello di Johnson & Johnson che è monodose, richiedono la somministrazione di due dosi a distanza di tempo. Quello di AstraZeneca un intervallo di circa 10-12 settimane. Quelli a mRNA, invece, hanno un intervallo più breve: Pfizer a 21 giorni e Moderna a 28 giorni. Questi, tempi, tuttavia sono stati recentemente allungati a 35-42 giorni per aumentare la somministrazione delle prime dosi.
Tranne quello di Pfizer che si può somministrare già dai 16 anni, tutti i vaccini anti Covid sono per le persone dai 18 anni in su. Per alcuni rari casi di rischio trombosi, quelli a vettore virale sono sconsigliati per le donne sotto i 60 anni di età.
Gli studi, infatti, hanno dimostrato la loro efficacia protettiva anche ritardando la seconda dose. Anzi, secondo alcuni studi, ancora da verificare, l’efficacia protettiva aumenterebbe ritardando la seconda dose.
Riguardo, invece, all’efficacia generale della vaccinazione completa, gli studi scientifici che continuano ad uscire dimostrano una protezione quasi totale dei vaccini anit Covid contro la malattia grave e una buona protezione, oltre le aspettative, anche contro l’infezione.
Ulteriori informazioni sul sito web dell’AIFA: www.aifa.gov.it/web/guest/domande-e-risposte-su-vaccini-covid-19
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