Il piercing all’ombelico è il più richiesto, soprattutto dalle donne che amano esibirlo nella stagione estiva: ecco come si cura al meglio e quali sono i rischi.
Il piercing all’ombelico è una delle modificazioni corporali più diffuse, insieme a quello alle orecchie e al naso, nonchè al tatuaggio. Richiesto e apprezzato soprattutto dal pubblico femminile, spesso è anche un elemento tribale e culturale.
In alcune culture, infatti, questo tipo di decorazione serve ad indicare l’appartenenza ad un determinato ceto sociale o ad un gruppo ristretto di una determinata popolazione. Tuttavia, la maggior parte di chi sceglie di eseguirlo lo fa, soprattutto, per puri scopi decorativi.
Ecco come si esegue, come si cura e quali sono i rischi.
Piercing all’ombelico: ecco gli step per curarlo correttamente e i rischi connessi
Il piercing all’ombelico, se eseguito ma mani esperte, comporta nelle prime fasi solo un leggero pizzicore e non dovrebbe comportare dolore o fastidio insopportabile. Esso viene eseguito pizziacando prima con la forcipe la zona da forare e poi inserendo un ago cannula sterile attraverso la pelle.
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Dopo aver collocato il piercing, il professionista sfila la cannula posizionando la seconda parte del gioiello nella posizione indicata. Saranno necessari davvero solo pochi minuti e due mani molto esperte.
Come curarlo al meglio?
E’ importantissimo che, soprattutto nelle prime fasi, questa piccola ferita venga curata al meglio riservandovi la massima cura. In linea generale, per evitare infezioni, è sempre meglio seguire scrupolosamente tutte le indicazioni che il professionista avrà fornito e mantenere ovviamente un’estrema pulzia della zona.
Il goiello anallergico non dovrà essere rimosso almeno per tre mesi, a patto che il foto non sia nè gonfio, nè arrossato o irritato. Per le prime settimane, inoltre, andranno evitati anche il mare e la piscina per evitare i danni possibili da batteri o dal cloro.
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Infine, ricordatevi di non toccare mai la zona con le mani, a patto che non siano state prima correttamente lavate e igienizzate.
Quali rischi?
Uno dei rischi più comuni, specie se non vengono seguite scrupolosamente le indicazioni, è quello di incorrere in infiammazioni o infezioni della zona. Per quanto riguarda le infiammazioni, si presentano di solito nei primissimi giorni dopo l’operazione e causano dolore, prurito e rigonfiamento della zona.
Le infezioni, invece, sono un rischio da valutare per qualsiasi tipo di pearcing o tatuaggio. Tali infezioni, se di natura batterica, possono essere causate da microrganismi naturalmente presenti sulla superficie della pelle: possono portare all’insorgenza di croste, papule o, nei casi peggiori, di ascessi.