Spesso il termine sincope, viene utilizzato abitualmente per indicare un forte mancamento, dovuto a uno svenimento improvviso e inaspettato. Questo tipo di disturbo può dipendere da diverse cause e avere vari sintomi.
Il termine sincope in greco vuole significare spezzare o interrompere, ed è un concetto azzeccatissimo per questo disturbo e per come si manifesta.
La sincope è molto diffusa infatti secondo alcune statistiche mediche il 3% delle persone si reca in ospedale e il 30% della popolazione ne ha avuto a che fare almeno una volta nella vita, in particolare fra i giovani e le persone anziane.
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Cos’è la sincope e che differenza c’è con la lipotimia?
Per sincope si intende la perdita di conoscenza che può essere passeggera, inaspettata e di breve durata. Non è un fatto grave, se non c’entra con l’attività cardiaca.
Si manifesta mediante un calo di pressione dovuto a una riduzione di sangue al cervello e prende il nome di ipoperfusione transitoria.
A differenza della sincope che comporta lo svenimento, la lipotimia rappresenta la sensazione antecedente allo svenimento stesso, che si può accompagnare a vari sintomi come:
- debolezza, offuscamento delle vista e pallore;
- eccessiva sudorazione fredda
- nausea e vomito;
- fischi alle orecchie;
- difficoltà a stare in piedi;
- dolore al torace e batticuore.
Quali sono le cause e i rischi?
La sincope può essere scaturita da varie cause e bisogna fare il massimo dello sforzo per individuare la fonte e capire se derivano dal cervello o dal cuore:
- Sincope neuro mediata ( vaso vagale, seno carotidea, situazionale dovute alla mancanza di sangue al cervello);
- Sincope ortostatica di origine cardiaca (aritmia o meccanica e si manifestano, in piedi). Questa tipologia di sincope se grave può provocare ischemia polmonare ,crisi epilettiche, ictus cerebrali e sanguinamento interno.
- Sincope cerebrovascolare detto anche furto della succlavia.
La sincope può rivelarsi grave a livello celebrale: nel momento si ha un mancamento e quindi le varie conseguenze possono essere vari ematomi, fratture ed emorragie intracraniche.
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Qual è la diagnosi e che trattamenti bisogna fare?
Innanzitutto per stabilire una diagnosi, bisogna conoscere il quadro clinico del paziente, le circostanze della sincope e le testimonianze fisiche che ne accertano la veridicità. Grazie a una semplice visita dove viene controllata la pressione arteriosa, esame del sangue completo e la frequenza cardiaca.
Se da questi semplici esami non si riesce a capire, si può passare a esami più specifici come:
- ECG o ECG dinamico secondo Holter;
- Ecocardiogramma.
Dopo averne accertata la diagnosi occorrono le varie cure:
- con l’esame ECG si può ricorrere all’impianto di pace-maker;
- terapia antiaritmica;
- trombosi polmonare;
- infarto miocardico;
- emorragie interne con le dovute trasfusioni di sangue;
- correzione valvuloplastica cardiaca.