Due studi hanno voluto analizzare la correlazione tra covid e i nostri amici a quattro zampe. Ecco cosa è emerso.
Il primo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori canadesi con a capo di Dorothee Bienzle, dell’università di Guelph nell’Ontario. Il secondo studio invece, è stato condotto dai ricercatori dei Paesi Bassi con a capo Els Broens, dell’università di Utrecht.
Entrambi gli studi hanno voluto analizzare la possibilità o meno che gli animali domestici possano essere contagiati dal Covid e in che modo. Ecco cosa è emerso.
Covid e animali domestici
I ricercatori del primo studio hanno analizzato un campione di cani e gatti che vivevano all’interno di famiglie in cui c’erano state persone contagiate dal virus. Questo campione è stato messo a confronto con cani e gatti ricoverati nei rifugi e con quelli randagi. Ad ognuno di essi, è stato eseguito un test sugli anticorpi anti coronavirus.
Il risultato è stato che, negli animali domestici questi anticorpi erano presenti in maggior numero. Subito dopo, ci sono i cani e i gatti ricoverati nei rifugi e, infine, quelli randagi.
Dall’analisi, inoltre, è emerso che solo 1 cane su 5 presentava stanchezza e inappetenza, e solamente 1 gatto su 4 malesseri respiratori.
Ad ogni modo, i sintomi sono risultati passeggeri e di breve durata.
In riferimento, invece, al secondo studio, questo è stato effettuato solo su cani e gatti domestici che vivevano all’interno di famiglie in cui c’erano stati casi di Covid.
In questo caso, si è voluta analizzare le dinamiche alla base del contagio tra uomo e animale e tra animale e animale.
Ciò che è emerso è stata la positività degli animali conseguentemente alla positività dell’uomo, contro l’assenza della correlazione tra contagio degli animali in seguito ad altri della stessa specie.
La conclusione, quindi, è che più che un pericolo per gli animali domestici che come abbiamo visto presentano scarsi sintomi, il pericolo è per l’uomo dal momento che gli animali possono diventare veicolo per il virus.