Salute e Benessere

Frattura della spalla: sintomi, diagnosi e trattamento

La spalla è la parte del corpo che unisce il braccio al tronco. E’ anche chiamata cingolo scapolare ed è molto importante. Cosa è bene sapere in caso di frattura.

Essa è composta da tre ossa:

  • omero prossimale
  • scapola
  • clavicola

Le articolazioni della spalla consentono alcuni movimenti fondamentali come:

  • rotazione dell’arto superiore
  • adduzione, ossia avvicinamento dell’arto al corpo
  • abduzione, allontanamento dello stesso al corpo.

Scopriamo come avviene una frattura della spalla, i sintomi e come intervenire.

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Frattura della spalla: sintomi e diagnosi

Si parla di frattura della spalla quando si ha la rottura di una o più ossa dell’articolazione.

Le cause sono sempre legate a un trauma dovuto ad esempio ad una caduta, a un incidente o a un colpo ricevuto.

I sintomi più frequenti sono:

  • forte dolore
  • gonfiore
  • impossibilità o limitazioni a muovere il braccio
  • deformità visibili.

Per diagnosticare una frattura alla spalla occorrono però:

  • lastre (RX)
  • tomografia computerizzata (TAC)

Come trattare una spalla rotta

Occorre distinguere tra fratture composte o scomposte, ovvero che richiedono o meno un intervento chirurgico.

In caso di frattura composta è di norma previsto un trattamento conservativo con tutore.

In caso di frattura scomposta invece è necessario un intervento chirurgico, che oggi grazie ai progressi della tecnica medica e alla tecnologia, offre risultati ottimi.

L’intervento viene di norma effettuato in anestesia generale, accedendo ai piani ossei della spalla senza lacerare i muscoli, e ciò è molto importante per la successiva riabilitazione. La durata è di circa 2 ore.

Può anche rendersi necessaria una protesi.

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Recupero dopo la frattura

Circa il recupero dopo la frattura occorre distinguere:

  • in caso di frattura composta il braccio dovrà restare immobilizzato con tutore per un periodo di circa un mese
  • in caso di frattura scomposta e di intervento il braccio dovrà essere immobilizzato mediante l’utilizzo di un tutore che dovrà essere mantenuto per un periodo di 20/30 giorni.

Grazie a dei tutori molto ergonomici però è possibile fare alcune cose quotidiane già dopo pochi giorni dall’intervento. Durante questi giorni quindi l’arto deve stare a riposo ma il paziente può fare alcuni movimenti suggeriti dallo specialista.

In entrambi i casi seguirà un periodo di recupero che può essere distinto in:

  • recupero dell’articolazione
  • recupero muscolare.

Viene quindi prevista della fisioterapia per un periodo di circa 30/40 giorni con movimenti dell’articolazione all’inizio passivi e poi attivi.

Oltre all’intervento manuale del fisioterapista il medico ortopedico può prescrivere anche alcune terapie ad hoc per alleviare dolore e infiammazione:

  • magnetoterapia
  • tecar
  • elettrostimolazione
  • laser

Elsa

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