Internet è un posto che può nascondere molte insidie e i social non sono da meno. Ecco cosa c’è dietro il mondo dei like.
Al mondo esistono molte dipendenze come: dipendenza da alcool, di internet, da shopping e, da un po’ di tempo anche quella da social. Quasi tutti sono iscritti ad un social, ne esistono tantissimi, progettati ad hoc per adattarsi ad ogni genere di utenza. Anche se può sembrare una cosa da niente non bisogna sottovalutare questo tipo di dipendenza, che può portare a dissociarsi dalla realtà. Like, follow e scroll sono alcuni degli elementi che rendono i social quello che sono, ma possono portare con sé, parecchi problemi al livello psicologico se non si riesce a staccare la spina.
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Quanto tempo si trascorre sui social?
Tramite vari studi svolti in tutto il mondo, si stima che gli utenti medi che utilizzano Internet, lo fanno per 7 ore al giorno. Di queste, si evince che trascorrano tra le 2 alle 3 ore al giorno un social network. Può sembrare poco, ma in realtà, la maggioranza delle persone “salta” tra una piattaforma e l’altra aumentando così, il tempo che si passa su Facebook, Instagram o altro.
Se ci si affida ai numeri:
Sulla terra esistono 7,81 miliardi di persone.
Le persone con accesso ad Internet sono 4,66 miliardi.
Quelle che usano social sono 4,41 miliardi.
Da questo si deduce che quasi tutte le persone con possibilità di connessione, sono utenti social e ci passano quasi il 20% del proprio tempo utile. Questi numeri sono anche influenzati dall’utilizzo degli smartphone, che rendono molto più facile e veloce collegarsi ed approcciarsi alle esperienze social.
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L’algoritmo è fatto per creare dipendenza?
Le critiche accostate ai social non sono mai mancate, il loro modo di approccio verso la privacy e le preferenze degli utenti, hanno portato spesso a molte controversie.
Gli algoritmi utilizzati per selezionare i contenuti in base alle preferenze infatti, sembrano portare dipendenza agli utenti che utilizzano i social. Questo si traduce in un infinito scorrere di notizie di rilievo per l’utilizzatore, rendendo molto più difficile staccarsi dal social.
Grazie agli algoritmi, è facile capire gli interessi di un utente osservando la sua attività online: i post che ha aperto o con cui ha interagito, a cosa ha messo like, su quale argomento ha passato più tempo. Ogni qual volta si scorre la pagina, ci si troverà a guardare post che seguono la vostra idea politica e interessi, dandovi l’impressione che la maggior parte del mondo la pensa come voi e ha i vostri interessi, quando in realtà, è solo un’accurata selezione delle notizie che più si addice al vostro profilo.
Mark Zuckerberg in merito alle accuse formate sull’algoritmo di selezione, sostiene che sono uno strumento utile e rilevante. I rappresentanti di Facebook infatti, dichiarano che accusare l’algoritmo per i problemi di dipendenza, è usarlo come caprio espiatorio per quelli che sono problemi sociali complessi, già presenti da prima dei social.