Assorbenti interni: attenti alla sindrome da shock tossico!

Simona

Salute e Benessere

Discreti, intimi, affidabili per gli sport o per una giornata al mare, gli assorbenti interni sono una grande invenzione: ma attenzione alla sindrome da shock tossico! Ecco in cosa consiste e come prevenirla.

Gli assorbenti interni sono un’invenzione davvero comoda e utilissima: inseriti in vagina durante le mestruazioni possono essere utilizzati in qualsiasi fase del flusso e sono davvero comodi e discreti.

In questo modo riescono ad offrire ad ogni donna il confort necessario durante una vacanza al mare o durante l’attività sportiva. Tuttavia, nel loro utilizzo bisogna prestare molta attenzione perchè la sindrome da shock tossico è dietro l’angolo.

Ma in cosa consiste e come fare per prevenirla senza rinunciare all’utilizzo dei tamponi?

Utilizzare gli assorbenti interni: fate attenzione alla sindrome da shock tossico

sindrome da shock tossico

La sindrome da shock tossico è una condizione causata da due tipi di batteri: lo stafilococco aureo e lo streptococco beta emolitico di gruppo A. Questi batteri possono proliferare incontrollatamente e produrre tossine che, finite nel sangue, generano questa pericolosa condizione.

Tra i sintomi, talvolta anche fatali, sono presenti febbre improvvisa e molto alta, svenimenti, vomito, diarrea e collasso.


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La sindrome fu riscontrata per la prima volta negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’80 come conseguenza di un uso scorretto dei tamponi: in quegli anni, infatti, il loro utilizzo iniziò a diventare frequente e diffuso.

Da allora l’incidenza dei casi è drasticamente calata complice anche la pressione sulle aziende produttrici di questo genere di assorbenti. Ma come fare per prevenirne la comparsa?

Un uso corretto è la migliore prevenzione

La significativa riduzione nell’incidenza di questi casi è dovuta, in primo luogo, a una corretta informazione e una corretta educazione sanitaria sull’uso dei dispositivi igienici femminili. Il tampone, infatti, è sconsigliato durante il decorso di vaginiti, infiammazioni o altre infezioni intime.


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Inoltre, tale dispositivo, non dovrebbe essere indossato per più di sette o otto ore: in questo modo viene scongiurata un’eventuale proliferazione batterica. Il consiglio migliore, infatti, è quello di cambiarlo ogni quattro ore e preferire un assorbente classico appena la situazione lo permetta e, soprattutto, per la notte.

In caso di sospetti è sempre bene rimuovere immediatamente il tampone e contattare il proprio medico descrivendo con minuziosità i propri sintomi.

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