Salute e Benessere

Covid e virus influenzale: come distinguere i sintomi

Anche se possono sembrare simili, il covid non presenta gli stessi sintomi dell’influenza. Può essere utile, dunque, elencare le differenze tra i vari sintomi quando emergono.

Il virus SARS-CoV-2 presenta delle differenze nella manifestazione dei sintomi rispetto al virus influenzale.

A dire il vero, all’inizio della pandemia si è incontrata non poca difficoltà nell’individuazione di questo nuovo virus che oltretutto, così come accade per quello influenzale, può essere trasmesso principalmente mediante goccioline in seguito a tosse o starnuti.

Differenze tra covid e influenza

Dato che il covid provoca essenzialmente un’infezione alle alte vie respiratorie, il sintomo più evidente è il respiro corto. I sintomi generali sono anche:

  • apnea;
  • affaticamento;
  • mancanza di fiato.

Si tratta di difficoltà che possono essere riscontrate già entro i primi 5 giorni e che, quindi, devono essere trattate in maniera tempestiva poiché il pericolo potrebbe essere quello di ammalarsi di polmonite.

Un altro dei sintomi caratteristici del covid è la temperatura che non scende nonostante l’assunzione di farmaci antipiretici.

Nel caso il fenomeno dovesse persistere per oltre 3 giorni, è bene contattare il proprio medico di famiglia che dovrà valutare attentamente i sintomi e, nel caso, programmare un tampone.

Leggi anche: QUANDO FARE IL TAMPONE PER IL COVID: TUTTI I CASI

Non solo, tra le differenze rispetto al virus influenzale, troviamo la fascia di età colpita. Mentre, infatti, i virus stagionali colpiscono maggiormente i bambini in età pediatrica, nel caso del coronavirus, invece, le persone maggiormente colpite presentano un’età superiore ai 75 anni nei quali risulta particolarmente pericoloso.

Leggi anche: COVID E PERITA DI OLFATTO E GUSTO: QUANTO DURA QUESTO SINTOMO?

In ultima analisi, il covid presenta una maggiore capacità di mietere vittime. Nello specifico, in questo caso, il rapporto esistente tra le persone contagiate e i morti, in diversi paesi, si è attestato intorno allo 0,4 fino ad arrivare allo 0,8 per cento.

Detto ciò, ne conviene che diventa importantissimo vaccinarsi se non altro per mettere in sicurezza le persone più fragili che presentano patologie croniche pregresse.

Sabrina

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