Vi siete mai chiesti se è scientificamente impossibile lavorare quando fa caldo? Ecco la risposta della neuroscienza circa la temperatura ideale.
L’estate è ormai giunta alla sua metà ma siete ancora intrappolati in ufficio agognando le tanto attese ferie? Siete in smartworking e non avete un condizionatore in casa che possa refrigerarvi? Il caldo può influire sulle capacità celebrali e sulla concentrazione.
Se vi siete mai chiesti quanto il caldo possa incidere sulle vostre capacità lavorative e se è impossibile lavorare quando fa caldo, questo è l’articolo che fa per voi! Ecco cosa dice la neuroscienza a riguardo.
Come sappiamo, il caldo torrido e alcune particolari condizioni climatiche possono influire di molto sul nostro equilibrio psicofisico. Il caldo afoso o il gelo possono, dunque, abassare le nostre capacità sensoriali, percettive e le nostre facoltà mentali.
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Le attività cerebrali, infatti, sono condizionate dai fattori esterni in due modi molto diversi. Il primo riguarda l’umore: la luce ha la facoltà di creare un’effetto benefico e e ridurre gli stati depressivi. Infatti, i raggi ultravioletti riescono a stimolare la produzione di seratonina, l’ormone della felicità!
Secondo la neuroscienza, dunque, anche le temperature hanno un influsso sull’attività del nostro cervello. Al contrario dei raggi ultravioletti, i repentini sbalzi di temperatura da un estremo all’altro aumentano i livelli di dopamina e quindi di aggressività dell’individuo.
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Un clima troppo afoso e torrido renderà, di conseguenza, le persone più irritate e scomode: di conseguenza ne risentiranno le interazioni sociali e la capacità di concentrazione. Per aumentare la produttività a lavoro in estate è possibile mantenere la temperatura in determinati intervalli.
In questo caso, le temperature ideali da mantenere sono quelle comprese tra i 15°C e i 28°C.
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