Salute e Benessere

Pochi sanno dove troviamo l’ossido di etilene negli alimenti e perché fa male

Attenzione a ciò che mangiate perché potrebbe contenere pericolose quantità d’ossido di etilene!

Nel mondo, esistono molti alimenti che potrebbero essere stati a contatto con questa speciale sostanza. L’ossido di etilene è un elemento chimico instabile, che si trova sottoforma di gas inodore e incolore. Questa sostanza è usata principalmente per produrre antigelo e liquido di raffreddamento per auto, nella fabbricazione di poliestere e può essere ritrovato anche in alcuni prodotti alimentari.

Infatti tra i suoi svariati utilizzi, c’è anche quello di sterilizzante per alimenti. L’ossido di etilene ha infatti proprietà disinfestanti e disinfettanti, poiché è un potente fungicida. Questo elemento chimico è utile per sterilizzare gli alimenti che non possono essere pastorizzati, poiché le alte temperature li rovinerebbero, modificandone sapore e consistenza. La continua esposizione a questo elemento porta a spiacevoli conseguenze per la salute, tra cui anche la possibilità di contrarre il cancro, per questo è stato vietato il suo utilizzo per scopi alimentari in molti paesi.

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Ossido di etilene: i rischi per la salute

L’ossido di etilene veniva utilizzato, come sterilizzante e disinfestate nell’industria alimentare. Il suo utilizzo principale era quello di eliminare parassiti dai silos e aiutare a conservare gli alimenti. Molti studi hanno evidenziato quanto l’esposizione a questo elemento chimico sia molto pericolosa per l’uomo. Questi studi hanno portato a classificare l’ossido di etilene come agente tossico, cancerogeno e mutageno.

L’ossido di etilene è cancerogeno, e porta allo sviluppo del cancro, solitamente al cervello, polmoni, stomaco e seno. Inoltre l’esposizione continuata può portare a neuropatie, anemie, linfomi e leucemia.

Alla luce di ciò sono stati svolti vari studi atti a capire se e quanto tossico possa essere questo elemento chimico. Questi studi, svolti nel 2019, propongono una visione diversa della questione, specificando che non ci siano prove a sufficienza per incriminare l’ossido di etilene. Questi studi indicano che il rischio associato all’uso di questa sostanza non sia allarmante, e che le attuali normative agiscono più come misure precauzionali ai rischi dell’esposizione prolungata a questo prodotto.

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Rischi e danni all’ambiente

La lavorazione e l’utilizzo di questo ossido, di per sé, non porta alcun rischio poiché gli impianti non rilasciano la sostanza nell’ambiente circostante. Tuttavia la manutenzione, il trasporto e lo scarico di questa sostanza ne aumenta l’occasione di entrarci in contatto. L’ossido di etilene, se a contatto con una superficie, può persistere per alcuni giorni. Questa sostanza, per essere smaltita nei corsi d’acqua ed evitare rischi di avvelenamento, è lavorata e convertita in glicole etilenico, molto più sicuro e meno inquinante.

Inoltre sono attuati maggiori controlli di sicurezza sui lavoratori che vengono a contatto con l’ossido, misurandone i valori e cercando di rientrare nella soglia accettabile di 3 ppm massimi per 10 minuti al giorno.

Sonia

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