Approvato un nuovo farmaco “jolly” efficace nel curare vari tipi di tumori: ecco la sensazionale novità nel campo della medicina.
L’Aifa ha da poco approvato un nuovo farmaco “jolly” il cui utilizzo sarà importantissimo nella cura dei tumori. Questo tipo di medicina è ad altissima tecnologia: non agirà sull’organo interessato dalla formazione tumorale ma direttamente sulla mutazione genetica.
Gli studi che hanno interessato la fase di sperimentazione non hanno lasciato dubbi: con il suo utilizzo vi è stato nei sottoposti un miglioramento rapido e duraturo della risposta tumorale pari circa al 75%.
Ma come si chiama questo farmaco e quando si potrà utilizzare? Andiamo più a fondo nella questione.
Si chiama Larotrectinib ed è il vero e proprio farmaco “jolly” efficace nella cura di moltissime neoplasie. Fa parte della classe degli inibitori orali di TRK e non ha come bersaglio un organo in particolare, ma agisce indipendentemente dalla locazione della formazione sulla mutazione genetica.
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In particolare, la molecola agisce sui tumori solidi in stadio avanzato o metastatico sia su pazienti adulti che su pazienti pediatrici. Per questo genere di pazienti, infatti, spesso si sceglie la via farmacologica in quanto quella chirurgica sarebbe troppo pericolosa.
Durante gli studi, gli scienziati hanno evidenziato come questa prodigiosa molecola porti ad una riduzione fino al 30% della massa tumorale di almeno il 79% dei pazienti che si sono sottoposti alla sperimentazione. La speranza di vita, inoltre, è stata aumentata in loro di almeno altri 3 anni.
Nella fase di sperimentazione questo farmaco è stato preso in considerazione per la cura di molti tumori e formazioni cancerose. In particolare, in istologie di tumori solidi come quello ai polmoni, alla tiroide, il melanoma, i tumori gastrointestinali stromali e il tumore al colon.
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L’efficacia, inoltre, è stata testata anche per i sarcomi dei tessuti molli e nei tumori delle ghiandole salivari. E’ stato sperimentato, anche se per poco, anche nelle fasi primitive del cancro al sistema nervoso centrale, ma anche su pazienti con metastasi cerebrali e con età diverse.
Finalmente un punto di svolta nella cura di mali essenzialmente incurabili? Staremo a vedere nei prossimi anni!
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