Il conto corrente cointestato è una soluzione con la quale attraverso dei vincoli stabiliti si dà vita ad un contratto tra Istituto di Credito e le parti. Scopriamo insieme cosa succede in caso di successione e come ci si deve muovere.
Iniziamo col dire che il conto corrente cointestato può essere intestato a due o più persone che una volta concluso il contratto diventano condebitori e concreditori in caso di saldo. Non solo, ciascuna parte può svolgere operazioni in maniera separata dalle altri.
A tal proposito, però, è possibile scegliere di inserire nel contratto quali operazioni possono essere eseguite autonomamente e quali invece devono necessariamente essere congiunte.
Ciò detto, scopriamo insieme cosa accade in caso di successione.
Quando si verifica il decesso di una delle parti facente parte del contratto bisogna attuare un iter ben preciso. Questo prevede, innanzitutto, di comunicare all’istituto di credito la morte del cointestatario inviando i seguenti documenti:
Fatto ciò, si dà avvio alla pratica prevista in questo caso. Queste devono essere calcolate in base al grado di parentela con il cointestatario partendo comunque da un 4 per cento della somma in totale.
Quando a mancare è un fratello o una sorella allora la percentuale sale a 6 con una franchigia pari a 100mila euro. Ciò vale anche per coloro che presentano fino al quarto grado di parentela.
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A tal proposito, le franchigie di successione rappresentano delle soglie sotto le quali non è necessario corrispondere l’imposta e cambiano in base al legame di parentela dell’erede con il defunto.
Ciò detto, nel caso di coniugi o figli la percentuale è pari al 4 per cento della somma con franchigia di 1 milione di euro. Bisogna precisare, tuttavia, che quando l’eredità non è superiore a tale cifra, coloro che la ereditano non sono tenuti a corrispondere alcun pagamento eccetto il 4 per cento sulla somma in eccesso.
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