Salute e Benessere

Terza dose del vaccino? Ecco cosa dicono gli esperti

Terza dose del vaccino anti-Covid? Ecco cosa dicono gli esperti. Tutto quello che bisogna sapere.

Nei Paesi occidentali sono partite le somministrazioni della terza dose del vaccino contro Covid-19. In Italia da lunedì 20 settembre, nel Lazio qualche giorno prima, e al momento il vaccino viene dato ai pazienti fragili, come immunodepressi, trapiantati, pazienti oncologici, pazienti con HIV/AIDS, persone con grave insufficienza renale grave, affette da malattie croniche e da patologie neurodegenerative.

Si tratta di proteggere coloro che corrono più rischi da una eventuale infezione da Coronavirus. Perché, come sappiamo, il vaccino non offre una protezione totale dal contagio, sebbene i pazienti vaccinati siano più sicuri almeno di non sviluppare la malattia in forma grave.

I pazienti che in Italia saranno vaccinati con la terza dose del vaccino sono 3 milioni circa. Si tratta di persone che la scorsa primavera hanno ricevuto i vaccini mRNA di Pfizer o Moderna. Nei mesi successivi la terza dose sarà somministrata alle persone sopra gli 80 anni , gli ospiti delle Rsa e poi anche al personale sanitario.

Cosa dobbiamo sapere di più su questa terza somministrazione.

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Terza dose del vaccino? Ecco cosa dicono gli esperti

Le persone che per particolari condizioni di salute riceveranno la terza dose di vaccino saranno contattate nella maggior parte dei casi direttamente dalle Asl o dagli ospedali in cui sono in cura. Si tratta, infatti, di pazienti noti al servizio sanitario perché seguiti in un percorso terapeutico specifico. Chi non dovesse essere contattato potrà rivolgersi al proprio medico di famiglia o chiamare il call center della propria Regione. Invece, in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia saranno gli aventi diritto alla terza dose a doversi prenotare. Il vaccino sarà somministrato in ospedale, dal medico di famiglia o negli hub vaccinali.

Al momento In Italia, la somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid riguarderà solo i pazienti fragili, poi gli over 80 e gli ospiti delle Rsa, più avanti anche medici, infermieri e sanitari, che sono stati vaccinati tra la fine di dicembre 2020, quando è partita la campagna vaccinale, e febbraio 2021.

La necessità di una terza dose di vaccino si pone perché con il tempo diminuisce il livello degli anticorpi forniti dal doppio ciclo vaccinale. L’efficacia del vaccino, poi, è compromessa anche dalla diffusione di varianti più contagiose. Poiché le persone fragili e molto anziane hanno maggiori rischi di ammalarsi gravemente e di morire, si è deciso per una ulteriore somministrazione di vaccino. Ai sanitari, invece, la terza dose sarà data perché per il loro lavoro sono continuamente esposti a rischi e per molti si avvicina l’anno dalla vaccinazione.

Terza dose non per tutti

La terza dose del vaccino anti-Covid, dunque, non sarà somministrata a tutti. Almeno non Italia e non ora. Si vedrà più avanti. L’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali, ritiene non necessaria al momento la somministrazione della terza dose di vaccino a tutta la popolazione. Mentre negli Stati Uniti la FDA, Food and Drug Adminstration, ha espresso parere contrario alla terza dose del vaccino per tutte le persone dai 16 anni in su, mentre ha dato il via libera alla somministrazione per i fragili e gli over 65.

L’OMS, invece, ha sconsigliato la somministrazione delle terze dosi di vaccino nei Paesi ricchi, sottolineando piuttosto la necessità di vaccinare prima nei Paesi più poveri, dove la campagna vaccinale è molto indietro.

Israele, che  aveva iniziato a somministrate la terza dose di vaccino agli over 60 già dallo scorso mese di agosto, ha esteso la terza dose anche agli over 40 e poi da inizio settembre a tutta la popolazione sopra i 12 anni di età.

I dati, sembrano dare ragione a Israele, almeno nella decisione di vaccinare subito tutti gli over 60. Infatti, da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine è risultato che negli over 60 vaccinati con la terza dose il rischio di infezione era ridotto di 11,3 volte rispetto ai vaccinati con solo due dosi, mentre il rischio di malattia grave era ridotto di 19,5 volte.

Con il tempo è probabile che tutti faremo una terza dose di vaccino o un richiamo, ma per le persone sane e relativamente giovani non subito. Se ne riparlerà nel 2022, salvo sorprese.

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Valeria B

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