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Amministratore condominiale: come e quanto va pagato

L’amministratore di condominio è colui che si occupa dello stabile e di far rispettare il regolamento condominiale e che ne detiene la contabilità. Scopriamo insieme come e quanto va pagato.

L’amministratore condominiale nello svolgere le sue attività ha diritto a un compenso.

Di seguito vi forniamo tutte le informazioni necessarie in merito alle disposizioni di legge relative a come e quanto deve essere pagato l’amministratore di condominio per lo svolgimento delle attività connesse al suo lavoro.

Amministratore condominiale: quanto e come deve essere pagato secondo la legge

Iniziamo col dire che il compenso dell’Amministratore condominiale viene stabilito durante la riunione in cui viene nominato. A tal proposito, infatti, una volta nominato, lo stesso deve specificare l’importo a lui dovuto per lo svolgimento delle sue attività.

Non solo, al di là del compenso previsto ogni anno, l’amministratore può chiedere il rimborso delle spese effettuate, ad esempio, nel caso delle raccomandate con le quali convoca la riunione condominiale.

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In riferimento sempre al compenso, questo varia in base ad una serie di fattori:

  • grandezza del palazzo;
  • servizio di portineria;
  • giardino;
  • numero di condomini.

Di conseguenza, risulta difficile stabilire il compenso minimo o massimo. Tuttavia possiamo dire che questo è composto da:

  1. una quota fissa;
  2. una quota ulteriore prevista per i lavori straordinari;
  3. rimborso spese.

Per quanto riguarda invece la questione relativa a chi spetta il pagamento del compenso dell’amministratore, questo deve essere diviso tra i condomini. In particolare, il compenso va corrisposto da i condomini nonché dal proprietario dello stabile.

Il pagamento deve essere erogato a cadenza annuale, una volta terminato il suo mandato. Quando si è in presenza di revoca del mandato dell’amministratore, allora quest’ultimo ha diritto a vedersi somministrato il compenso maturato fino a quel momento. Ciò deve avvenire anche nel caso in cui la revoca non sia seguita da giusta causa.

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Sabrina

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