La Cassazione ha deciso di cambiare decisamente rotta in merito alle mance a percepite durante l’orario di lavoro. Scopriamo insieme in cosa consiste la decisione.
La decisione in esame arriva dopo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate relativamente ad una controversia con un lavoratore di un Hotel a 5 stelle situato in Costa Smeralda.
In particolare, secondo il fisco la persona in questione grazie alle mance ricevute dagli ospiti della struttura era riuscito a guadagnare oltre 84 mila euro in un anno. In poche parole, per l’Agenzia delle Entrate si trattava di un reddito come lavoratore dipendente che non era stato dichiarato al fisco.
In tale contesto, i giudici della Cassazione hanno deciso di accogliere il ricorso e di esprimersi a favore dell’agenzia fiscale. Ecco cosa dice la sentenza.
La Cassazione ha stabilito che le mance siano sottoposte a tassazione. Tale decisione, hanno spiegato i giudici, trova giustificazione nell’attuale normativa vigente che considera reddito da lavoratore dipendente il denaro percepito in ogni sua forma e in maniera connessa al rapporto lavorativo.
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Tornando alla controversia, il lavoratore ha sempre ribadito l’infondatezza dell’accusa di evasione fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate.
In tale direzione si era espresso anche il parere della Commissione tributaria regionale. In particolare, aveva stabilito che le mance ricevute dal lavoratore non potevano rientrare in alcun modo nell’ambito del reddito da lavoro dipendente.
Non sono stati dello stesso parere i giudici della cassazione che, invece, hanno emesso una sentenza in cui si stabilisce che nel caso di mance collegate al rapporto di lavoro, tali erogazioni devono essere considerate come rientranti nell’ambito del reddito da lavoro dipendente. Di conseguenza, devono essere soggette al pagamento delle tasse.
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Ciò detto, è chiaro che si tratta di un cambio di rotta davvero notevole da parte della Cassazione.
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