Da quest’anno scolastico una scuola vieta l’uso di alcune parole: “praticamente” è tra queste. Ma perchè? Facciamo un pò di luce su questa vicenda.
A partire dal corrente anno scolastico, in una scuola si vieta l’utilizzo di alcune parole che fanno parte del comune parlato quotidiano. Si tratta, nel dettaglio, di una misura adottata da una scuola superiore che ha suscitato la reazione di molti.
La lista è davvero lunga e inizia con “praticamente” per finite con altre espressioni derivate dalle canzoni, dallo slang o da semplici frasi fatte. Ma dove è accaduta questa vicenda e come è stata accolta?
Facciamo un pò di luce di questa faccenda!
In una scuola si vieta l’uso di alcune parole: ecco per quale motivo
Quanto accaduto è una vicenda che potrebbe destare parecchio scalpore: come ben sappiamo le lingue e i vocabolari sono in continua espansione e in continuo mutamento. Di certo oggi non si parla e non si scrive come cento anni fa!
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Questa decisione, però, non è stata presa di certo in Italia bensì nel Regno Unito: è stata una scuola superiore di Londra a porre il divieto ai suoi studenti di utilizzare nei temi e nelle composizioni una lunga lista di parole e di espressioni.
Secondo i professori questo cambiamento servirà ai ragazzi e li aiuterà a capire la differenza tra il linguaggio formale da tenere in classe e, in futuro, al lavoro e il linguaggio da poter utilizzare al pub con gli amici.
Le critiche e le lodi
La scelta di questo college inglese ha suscitato molte lodi ma anche molte critiche negli ambienti accademici. Secondo alcuni esperti, infatti, il linguaggio è un elemento che cambia attraverso le esperienze della vita: in tal senso certe modifiche dovrebbero essere accolte e integrate.
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Secondo altri, invece, l’iniziativa è da imitare e lodare: sono convinti che i giovani britannici stiano impoverendo la meravigliosa lingua di Shakespeare e che quindi andrebbero fermati e corretti.
La Preside che ha imposto il provvedimento è di questa idea: i ragazzi devono dimostrare accuratezza e chiarezza anche con la scelta dei termini più adeguati e lo sviluppo di standard di lettura e scrittura affini al loro livello di istruzione.