Non più frutta e verdure in busta, ecco quando succederà e il vero motivo. Le ultime notizie.
A breve buste e contenitori di plastica potrebbero sparire dalle confezioni di frutta e verdura. Dall’anno prossimo sarà sicuramente così in un Paese europeo e forse altri lo imiteranno. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
Tutti sappiamo bene quanto la plastica sia inquinante per mari e oceani, con i minuscoli frammenti di questo materiale, tanto pratico quanto dannoso, che hanno già contaminato la catena alimentare, a cominciare proprio dai pesci. Così i vari Paesi del mondo cercano di correre ai ripari con provvedimenti che limitano o addirittura vietano l’uso della plastica per gli imballaggi.
Tra questi Paesi c’è la Francia che ha preso una decisione drastica sull’uso della plastica per le confezioni di frutta e verdure. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
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La notizia di questi giorni è che il governo francese ha deciso di mettere al bando buste e contenitori di plastica per frutta e verdura. Il divieto entrerà in vigore l’anno prossimo e riguarderà nello specifico 33 tipi di frutta e di verdure. Tra questi ci sono arance, mandarini, patate, zucchine e carote. Gli acquirenti, dunque, troveranno questi frutti e ortaggi sugli scaffali dei supermercati o dal fruttivendolo sfusi o in confezioni di altri materiali.
Obiettivo del governo è quello di ridurre in modo consistente i rifiuti di plastica, a salvaguardia dell’ambiente. Secondo le stime, con il divieto, si eviterà di gettare nei rifiuti più di un miliardo di pezzi di plastica monouso.
Gli ortaggi interessati dal divieto delle confezioni di plastica sono: carote, cavoli, cetrioli, cipolle, melanzane, patate, peperoni, pastinache, pomodori tondi, rape, ravanelli, topinambur, inclusi gli ortaggi con la radice. Per la frutta, invece, la plastica sarà vietata per: agrumi e arance, ananas, kiwi, limoni, mango, mele, meloni, pere, prugne e altri.
Da giugno 2026 il divieto di confezioni di plastica riguarderà tutta la frutta e verdura.
La Francia sarà imitata da altri Paesi, come l’Italia? Staremo a vedere.
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