Il vamping è un fenomeno in crescita tra gli adolescenti che non riescono a staccarsi dal pc neanche la notte. I consigli degli esperti per proteggerli.
I ragazzi, complice anche il lockdown, tendo molto spesso ad isolarsi e passare molto tempo in un modo irreale grazie al cellulare, ai social, ai videogiochi o al pc. Un problema non da sottovalutare tanto che gli esperti hanno raccolto una serie di dati.
Il fenomeno viene chiamato vamping ed uno studio realizzato dall’Ordine dei Medici di Venezia con Fondazione Ars Medica ha analizzato i dati raccolti da un’insegnante in un istituto superiore di Conegliano. Quello che si è dedotto ha lasciato senza parole.
Secondo lo studio, che ha analizzato il comportamento di ben 400 ragazzi, almeno un ragazzo su tre e quindi il 35.7% degli adolescenti o preadolescenti sono affetti da vamping. Trascorrono le notti al pc o al cellulare proprio come se fossero dei vampiri.
Due teenagers su dieci dicono di essere connessi almeno 15 ore al giorno e uno su tre, dopo la mezzanotte, naviga e guarda online video e serie tv.
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I sintomi sono quelli classici della mancanza di sonno; quindi:
Dai medici è partito quindi il richiamo alle famiglie affinché educhino i figli, fin da piccoli, all’uso degli strumenti tecnologici nei modi e nei tempi corretti, adeguati alla vita diurna.
Quando i genitori si accorgono che il proprio figlio/a non vuole uscire di casa, ma decide di stare chiuso in camera sua, che è stanco più del solito durante il girono allora è il momento d’intervenire chiedendo un parere ad un professionista del sonno o al medico curante.
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Il malessere, secondo gli esperti, non deriva solo da un abuso delle tecnologie che non devono essere messe al rogo, ma anche da rabbia accumulata che si traduce in bassa autostima. Per questo è importante fa sentire ai figli che li amiamo anche se falliscono, non imporre loro regole troppo rigide, ma cercare un compromesso mettendo in atto una “trattativa” dove ognuno fa un passo verso l’altro. Cerchiamo di passare più tempo di qualità con loro, invogliamoli a fare sport e soprattutto cerchiamo di evitare che dormano con lo smartphone ed imporre dei limiti sull’uso.
Nei casi in cui non si riesca da soli ad aiutare il ragazzo si dovrà procedere con delle terapie comportamentali con un terapista esperto che collabora con il pediatra.
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