Molte persone sono convinte che un insegnante lavori solo 18 ore a settimana così come prevede il contratto. In realtà, questa convinzione non trova poi conferma nella realtà. Ecco la verità.
Quello dell’insegnante è un ruolo che, molto spesso, finisce per essere il bersaglio di molte critiche e pregiudizi che riguardano prevalentemente il fatto che il contratto di lavoro prevede solo 18 ore a settimana.
In realtà non si tiene conto di tanti aspetti del lavoro di insegnante che in questo articolo cercheremo di ricordare aiutandoci anche con uno studio che ha fatto emergere dati molto importanti al riguardo.
Quando si calcolano le ore lavorative dei docenti si tende a non calcolare il lavoro che quest’ultimi svolgono a casa, il cosiddetto lavoro sommerso.
In questa categoria rientrano le correzioni a casa come anche la preparazione delle singole lezioni.
E’ chiaro, infatti, che dietro ogni lezione si nasconde il duro impegno del docente che prepara gli argomenti da proporre ai suoi studenti a casa, al di fuori dell’orario previsto dal contratto di lavoro.
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Ecco perchè, molto spesso, l’insegnante può impiegare un po’ di tempo prima di riuscire a correggere tutti i compiti. Molto spesso, quelli di una sezione possono accavallarsi con quelli di altre causando molto ritardo.
Bisogna sempre ricordare che l’insegnante quando torna a casa ha una famiglia che l’attende e quindi una serie di impegni a cui far fronte.
A tal proposito, la giunta provinciale dell’Alto Adige ha commissionato uno studio che ha fatto emergere che le ore lavorative dei docenti di ruolo corrispondo a circa 1660 ore durante l’anno, mentre per i supplenti le ore scendono a 1.580.
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Il lavoro sommerso risulta più gravoso per i docenti delle scuole superiori, con 1.677 ore durante l’anno, mentre per quelli della scuola secondaria di primo grado le ore scendono a 1.630.
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