Figli sani e intelligenti grazie alla selezione genetica degli embrioni:pro e contro. Cosa bisogna sapere.
La genetica negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, nella diagnosi e cura delle malattie ereditarie e nello studio e manipolazione degli embrioni. Una questione che sta sollevando molte questioni etiche.
Nella tecnica della fecondazione vitro, applicata dal 1978 per le coppie che non riescono a concepire naturalmente, è possibile selezionare gli embrioni sulla base di alcune caratteristiche genetiche.
La tecnica è conosciuta come screening poligenico e se può consentire di evitare future malattie al nascituro, solleva tuttavia diversi problemi sia etici che medici sulla possibilità di scegliere i figli in base alla selezione genetica.
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A maggio del 2020, mentre eravamo tutti presi dalla pandemia, è nata negli Stati Uniti, dopo essere stata concepita con la fecondazione in vitro, una bambina di nome Aurea. La nascita dei bambini concepiti artificialmente non è più da tempo un evento straordinario. Nel caso di Aurea, però, si tratta di fecondazione avvenuta con la selezione degli embrioni effettuata con la tecnica dello screening poligenico, prima dell’impianto in utero. Come spiega un recente articolo pubblicato dal Guardian.
L’embrione, da cui è stata generata la bambina, è stato selezionato per garantirle migliori prospettive di salute in vita. È dunque possibile “scegliere” prima della nascita lo stato di salute dei propri figli, insieme ad altre caratteristiche genetiche.
La domanda che molti studiosi si pongono è se questa selezione genetica assicuri realmente un migliore stato di salute ai nascituri. Soprattutto, sono state sollevate numerose questioni etiche. Non mancano, infatti, le controversie in ambito scientifico, proprio sull’efficacia della tecnica nel prevenire eventuali malattie o rafforzare la salute dei bambini.
Alcune organizzazioni no profit accusano l’industria della riproduzione assistita di spingersi verso la “tecno-eugenetica“.
Lo screening poligenico dell’embrione di Aurea è stato eseguito da una società con base in New Jersey, la Genomic Prediction. Un nome che è tutto un programma. Questa società, come altre negli Stati Uniti, promettono un’analisi genomica degli embrioni in modo da selezionare quelli sani o che daranno vita a individui con meno rischi di sviluppare non solo malattie genetiche (come è già possibile ad esempio per alcune, come la talassemia), ma anche malattie comuni come le patologie cardiache, il diabete, fino alla schizofrenia.
È realmente possibile? Chi potrà dire che i bambini così nati non potranno in futuro ammalarsi comunque di alcune patologie o essere colpiti da un attacco cardiaco? Inoltre, spingendo questa tecnica all’estremo non si rischia di finire con lo “scegliersi i figli” anche in base a caratteristiche cerebrali e dell’aspetto fisico, come il colore degli occhi o dei capelli?
Mentre il futuro ci prospetta scenari da film distopico, alla Gattaca, con la selezione genetica di figli sani e intelligenti, la comunità scientifica si interroga sull’uso di queste tecniche. Voi che ne pesate?
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