Un’ordinanza comunale emanata dal sindaco di un comune italiano con la quale si è stabilito che le scollature e le minigonne sono vietate. Scopriamo dove, perchè e quali sono state le reazioni delle opposizioni.
Stando a quanto dichiarato dal sindaco del Comune in questione, alla base di questa decisione ci sarebbe un aumento della prostituzione per le strade.
Molti cittadini, peraltro, avevano cominciato a denunciare episodi ripetuti di schiamazzi notturni e risse.
Ecco la decisione che ha generato le reazioni forti delle opposizioni.
A Terni, il sindaco leghista Leonardo Latini ha deciso di emanare un’ordinanza che vieta scollature e minigonne. A detta di Latini questa si è resa necessaria per ripristinare il decoro urbano messo a dura prova dall’aumento della prostituzione.
A tal proposito, ha spiegato di star conducendo una vera e propria battaglia per debellare la prostituzione con la previsione di multe salate che saranno erogate a tutte colore che andranno in giro indossando scollature e minigonne. Le sanzioni vanno da 200 a 500 euro.
A finire nel mirino dell’ordinanza ci sono anche coloro che si lasceranno andare a saluti allusivi e chiedere info a coloro che metteranno in atto un simile atteggiamento.
Ovviamente, la reazione delle opposizioni non si è fatta attendere. Emma Pavanelli del Movimento 5 Stelle, ad esempio, ha paragonato l’Umbria all’Afghanistan e il regime dei Talebani.
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Federico Brugo dell’associazione Terni Valley, ha dichiarato che ancora una volta a rimetterci è la donna affermando che l’ordinanza in esame non è altro che lesiva della libertà femminile oltre che poco chiara.
Brugo ha voluto, infatti, porre un quesito provocatorio: a partire da quale lunghezza sono da considerarsi vietate le scollature e le minigonne?
Ciò detto, è chiaro che si tratta di una decisione molto forte e discriminatoria che inevitabilmente ha raccolto le reazioni delle opposizioni.
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