Usanza vuole che durante la Vigilia di Natale non si consumi la carne. Scopriamo insieme perché e se si tratta solo di tradizioni.
La Vigilia di Natale è il giorno in cui i ritardatari corrono a fare gli ultimi regali o dal parrucchiere per prepararsi per la cena. A proposito di cena, usanza vuole che in questo speciale giorno non si consumi la carne.
Scopriamo insieme cosa si cela dietro a questa tradizione.
Sulle tavole degli italiani, il giorno della Vigilia di Natale è possibile trovare tante prelibatezze che vanno dai primi piatti al pesce, ai formaggi.
Assolutamente bandite, però, sono le carni e i derivati così come vuole la tradizione che affonda le sue radici in origini antichissime.
Pensate, di fatti, che già nel Medioevo erano imposti ben 150 giorni durante l’anno in cui non si poteva mangiare questo alimento.
Secondo una tradizione cattolica giunta fino ai nostri giorni, durante l’attesa della nascita di Gesù non si deve consumare la carne. Di conseguenza, la preferenza dovrebbe ricadere su piatti a base di pesce o di formaggi.
In verità, sono proprio i vangeli a indicare cosa mangiare nei giorni particolarmente significativi per la cristianità prediligendo cibi poveri e leggeri. Com’è ovvio questa è un’usanza che pian piano è decaduta dal momento che nei giorni di Natale i piatti che portiamo in tavola sono tutt’altro che austeri.
Tornando alla tradizione in esame, comunque, il motivo sarebbe una sorta di rispetto da mostra verso la nascita del Messia.
Ciò accade anche a Pasqua durante la quale non si consuma carne come forma di rispetto per la sua morte.
Pur trattandosi di un’usanza tramandata dalla religione cattolica, sono molte le persone che, pur non essendo credenti, la Vigilia di Natale non consumano la carne.
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