Vino e castagne sono un abbinamento perfetto per l’autunno, tipico del mese di novembre e della Festa di San Martino. Proprio in questo periodo si stappano le botti di novello e si gustano i frutti di stagione. Da dove arriva questa tradizione?
Castagne e vino sono un abbinamento tipico di novembre, quando si gustano i sapori della campagna come la frutta di stagione e il novello conservato nelle botti. La tradizione di questa perfetta unione ha origini lontane ed è associata alla festa di San Martino, celebrata l’11 novembre.
Da nord a sud dell’Italia questi due alimenti si ritrovano in numerose ricette locali ricche di storia e di usanze antiche. Tra queste c’è l’abitudine di lasciare le castagne in ammollo in acqua e vino prima della cottura, oppure affogate direttamente nel novello una volta arrostite, o ancora cotte nel vino come si usa con le pere. Di solito, però, le castagne vengono semplicemente arrostite e servite accompagnate da un calice di novello.
Ma da cosa nascono queste tradizioni così importanti e ormai parte integrante della cultura italiana?
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Vino e castagne, come nasce la tradizione
L’abbinamento di castagne e vino nasce da una lunga tradizione ed è tipico dell’11 novembre, il giorno di San Martino. E’ proprio in questa data che si ricorda la morte del vescovo di Tours, avvenuta 1700 anni fa. Questa giornata indica anche il passaggio dalla dura stagione di lavoro a quella del meritato riposo dalle fatiche dei campi degli agricoltori.
Questa festa scandisce i ritmi del raccolto, il periodo in cui i contadini concludevano il lavoro e ricevevano dai padroni delle terre coltivate i prodotti di stagione del suolo, come appunto le castagne e il vino. La loro importanza non è solo simbolica, dunque, ma anche sostanziale: entrambi erano alimenti nutrienti che aiutavano il sostentamento dei lavoratori. Le castagne venivano cotte arrosto, oppure lessate, utilizzate come ingredienti nei dolci o trasformate in farina per preparare il pane.
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Inoltre, le castagne erano venivano utilizzate anche come merce di scambio assieme al vino, ecco perché l’importanza che questo fosse già pronto entro metà novembre. Il vino novello, infatti, non è semplicemente giovane, ma prodotto con un processo di vinificazione diverso, come da tradizione francese. Questa metodologia di produzione fa sì che il vino sia facile da bere e piuttosto fruttato. La caratteristica tipica del novello è che può essere messo in commercio solo dal 30 ottobre di ogni annata e deve essere consumato entro pochi mesi dall’imbottigliamento per non perdere le sue proprietà organolettiche.