Le informazioni sul trasferimento di residenza sono tantissime: ecco quando cambiarla e quali sono gli effetti di tale azione sull’ISEE.
Dopo un trasferimento di casa, una separazione o un matrimonio è necessario che con sè venga spostata anche la propria residenza. E’ ovvio affermare che tale elemento non si può scegliere a proprio piacimento, ma andrà indicato l’esatto luogo dove si vive abitualmente.
Questo cambiamento molto spesso trascina con sè numerosi effetti: cambiarla comporta modifiche anche nell’ISEE e in altri indicatori: ecco cosa succede.
Secondo la legge, è necessario trasferire la propria residenza qualora sia cambiata la nostra dimora abituale, ossia l’abitazione nella quale passiamo la maggior parte dei nostri giorni. Tale azione è necessaria perchè non si può dichiarare di vivere in un posto se tale dichiarazione non corrisponde all’effettiva verità.
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Cambiarla, inoltre, porta con se una lunga serie di vantaggi, ma anche di svantaggi: scopriamone insieme i più importanti.
Il primo dei numerosissimi vantaggi comporta un cambiamento dell’ISEE: se ci si trasferisce da soli in una nuova residenza la propria situazione reddituale verrà cambiata. Quando ci si trasferisce in un diverso nucleo familiare, infatti, il proprio reddito andrà sommato a quello degli altri componenti. Al contrario andrà sottratto qualora si viva da soli.
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Il secondo vantaggio sta nella reperibilità: postini e ufficiali giudiziari potranno notificare gli atti più facilmente se trovano il destinatario nella propria abitazione effettiva. Quando il luogo della nuova dimora non è conosciuto, infatti, l’atto torna indietro all’Ufficio Postale.
Un altro vantaggio interessante è quello di poter scegliere un medico curante all’interno del proprio Comune e, quindi, molto più vicino a se.
Tra gli svantaggi vi è, sicuramente, il cambiamento dell’ISEE di cui vi abbiamo parlato prima: chi è abituato a riscuotere agevolazioni, con un aumento di tale situazione vi dovrà rinunciare.
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