Ecco il primo occhio stampato in 3D ed impiantato in un paziente. Un’incredibile novità che sarà il futuro.
Questa non è la storia di un film di fantascienza o di un futuro lontano. In Inghilterra è stato impiantato un occhio artificiale in un paziente che non vedeva più da 27 anni. Adesso la sua vita è cambiata completamente.
Il nuovo impianto apre la strada alla tecnologia in 3D in ambito per medico e sarà in grado di aiutare tantissime persone.
Occhio in 3D: la nuova tecnologia in campo medico
Il paziente che ha ricevuto l’occhio artificiale è inglese, Steve Verze, ha 47 anni ed è un ingegnere. Da quando aveva 20 anni aveva bisogno di una protesi oculare e finalmente l’11 novembre ne ha ricevuta una. Questa protesi rispetto a quella classica è più realistica e definita e da proprio la percezione della profondità della pupilla. Inoltre i tempi di produzione sono relativamente brevi, solo 3 settimane andando in questo modo a ridurre notevolmente le liste di attesa.
LEGGI ANCHE: L’anello smart che ti cambierà la vita, un vero e proprio salva vita
La prossima paziente potrebbe essere una bambina di 10 anni del Galles che riceverà un orecchio “bostampato in 3D”. la piccola si chiama Radiyah ed è nata con una condizione molto rara che le ha causato un orecchio sinistro non adeguatamente formato. Gli scienziati grazie a questa nuova tecnologia andranno a ricostruire la cartilagine che manca.
LEGGI ANCHE: Addio ansia e dolore grazie alla realtà virtuale: la nuova scoperta scientifica
Il padre di Radiyah è molto felice e spera che questo intervento possa aiutare la figlia ad aumentare la fiducia in stessa: “Alle ragazze piace legarsi i capelli e bucarsi le orecchie e avere due orecchie uguali sarà una cosa positiva”.
Si tratta di un nuovo orizzonte per chi è nato senza una parte del corpo o ha cicatrici sul viso a causa di ustioni, traumi o cancro. Si potranno riprodurre dai polmoni ai frammenti di pelle, passando per ovaie, vene e occhi. Sono diversi i progetti che puntano a riprodurre in laboratorio funzioni vitali per l’uomo, sfruttando la stampa degli organi.