Avere una buona intimità di coppia e fare regolarmente l’amore fa bene alla salute ed è un vero e proprio toccasana: uno studio scientifico l’ha dimostrato.
Mantenere un buon livello di intimità all’interno di una coppia è importante per il buon funzionamento di un rapporto stabile e duraturo. Secondo i sessuologi, fare l’amore con regolarità aiuta sia il benessere della relazione che quello del nostro organismo.
Ci sono, infatti, numerosi benefici che questa pratica apporta al corpo umano: da quelli fisici a quelli psichici, ce n’è davvero uno per ogni necessità! Fare l’amore fa bene e a dimostrarlo è proprio la ricerca: ecco cosa ha scoperto uno studio scientifico.
Uno studio scientifico pubblicato dalla rivista medica “Medical News Today” ha raccolto numerose evidenze sul perchè fare l’amore faccia bene al nostro corpo e alla nostra mente. Secondo i ricercatori, a patto che sia protetta da malattie sessualmente trasmissibili, questa attività concorre al miglioramento della salute.
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Il primo grande beneficio è per il sistema immunitario che verrebbe potenziato: secondo gli scienziati dell’Università California-San Francisco, i soggetti che non si dedicherebbero con regolarità a questa pratica sarebbero portatori di una maggiore risposta difensiva agli agenti esterni.
Inoltre, a livello psichico, è un ottimo modo per ridurre lo stress e aumentare il proprio bisogno e desiderio di relax.
I numerosi benefici non finiscono qui, perché fare l’amore è fare l’amore è paragonabile ad un’attività sportiva completa: addirittura, farlo per un’ora permette di bruciare circa 300 calorie.
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L’attività per il cuore aiuta a mantenerlo anche in piena salute: si riduce il rischio di ictus e infarti ma anche di malattie come il raffreddore, la febbre e gli stadi influenzali. In aggiunta, l’attività ormonale garantisce un buon livello di mantenimento per unghie, pelle e capelli.
Infine, tale prestazione è utile anche per l’uomo in quanto riduce la probabilità di tumore alla prostata. Secondo uno studio, infatti, le eiaculazioni frequenti potrebbero permettere alla ghiandola di eliminare gli agenti cancerogeni a stadi primordiali.
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