Un team di esperti della London School of Economic ha voluto indagare sulla percezione del doloro da parte dei cefalopodi a cui appartengono polpi e aragoste.
Uno studio molto interessante su polpi e aragoste ha voluto analizzare oltre 200 studi per comprendere una volta per tutte in quale misura i cefalopodi sono in grado di provare molto dolore.
Ecco cosa hanno scoperto alcuni ricercatori.
Polpi e aragoste, provano dolore: ecco cosa ha scoperto un team di ricercatori
La conclusione a cui è giunto il team di ricercatori è che al di là di quanto si possa pensare, questi particolari esseri viventi provano dolore al pari di tutti gli altri.
Si tratta di un risultato importante in quanto, stando a quanto stabilisce la normativa inglese, gli esseri viventi appartenenti alla famiglia dei cefalopodi e dei decapodi non sono tutelati in quanto considerati senzienti.
E’ chiaro da questo studio invece che le pratiche come quella di bollirli quando sono ancora vivi non dovrebbero essere perpetrate e sostituite con altre meno cruente che prevedono l’utilizzo di anestetici o analgesici.
Per poter giungere al risultato in esame, il team di ricercatori ha preso in considerazione di versi fattori.
Tra questi, ad esempio, rientrano:
- grado di apprendimento;
- presenza di recettori del dolore;
- capacità di risolvere i problemi.
A tal proposito, di fatti, i polipi si sono dimostrati in grado di riuscire a valutare le possibili minacce così come ad elaborare e a mettere in atto comportamenti volti a risolvere i problemi. Non solo, diversi studi avrebbero fatto emergere la capacità dei polipi di sognare, tuttavia, si tratta di dati che richiedono ulteriori approfondimenti.
Al di là di questo, comunque, è chiaro che bisogna rivalutare le leggi in vigore in merito questi animali in modo tale da rendere la loro morte troppo cruenta così come avviene attualmente.