Salute e Benessere

Nuovi vaccini proteici in arrivo, fosse la fine della pandemia?

La sperimentazione sui vaccini anti Covid-19 va avanti e sta incrementando le possibilità di ricerca anche per i paesi più poveri, dove sarà utilizzabile una tecnologia più economica ma ugualmente efficace nella protezione dal virus, con effetti collaterali contenuti.
Vaccini Covid 19
Le reazioni al vaccino e i problemi cardiocircolatori sembrano preoccupare molti di coloro che si sono già sottoposti ai vaccini anti Covid-19, così come quanti ancora si rifiutano di farsi vaccinare. Parliamo dei sieri basati su tecnologie di RNA messaggero (mRNA) e vettore virale: estremamente sicuri, hanno causato in casi rari effetti collaterali anche gravi come infiammazioni cardiache e coaguli di sangue.

Questo tipo di vaccino è quello utilizzato in quasi tutti i Paesi al mondo, ma è in arrivo una nuova tecnologia completamente diversa che sembra assicurare effetti dannosi e costi contenuti, tanto da essere papabile per aumentare il numero di vaccinazioni anche nei Paesi meno sviluppati. Si tratta dei vaccini proteici, già usati per proteggere da epatite, herpes zoster e altre infezioni virali. Ma come funzionano?

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Nuovi vaccini: come funzionano e differenze

Vaccini anti Covid-19

I vaccini proteici, anche se ancora poco diffusi, hanno già ottenuto risultati positivi nei primi stadi della sperimentazione clinica, facendo ben sperare gli studiosi per un loro futuro impiego su larga scala nel mondo, specialmente nei Paesi più poveri. Dalle prime rilevazioni, infatti, hanno dimostrato di proteggere dal virus e di produrre meno effetti collaterali rispetto agli altri.

I vaccini proteici funzionano diversamente dalle altre tecnologie: per stimolare la risposta immunitaria forniscono alle cellule proteine e coadiuvanti al posto di un frammento di codice genetico.

Secondo i dati disponibili, questo vaccino sarà presto disponibile dopo mesi di ricerca e di ritardi nella produzione ed è pronto per essere sottoposto al controllo e alle autorizzazioni degli enti regolatori dei farmaci negli Stati Uniti. Il via libero al suo utilizzo potrebbe aprire nuove prospettive nel mondo, specialmente in quei Paesi a basso reddito dove finora è stato vaccinato solo il 6% della popolazione.

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Piera Feduzi

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