A 25 anni dal primo debutto è tornato il tamagotchi, il giochino tascabile con l’animaletto da curare che ha fatto impazzire milioni di bambini in tutto il mondo.
Ben 25 anni fa, debuttava per la prima volta un giochino destinato ad essere amato dai bambini di tutto il mondo. Per la prima volta, infatti, si insegnava ai bambini a prendersi cura di qualcosa: il tamagotchi, infatti, era un animaletto digitale che aveva bisogno di essere curato giorno per giorno.
In Giappone, per il 25esimo anniversario si prospetta un grande ritorno: il tamagotchi è tornato, in veste smart! Ecco maggiori informazioni sul giochino più amato di sempre.
E’ piccolo, colorato, smart e si può indossare al polso: il tamagotchi è tornato in una veste tutta nuova e adatta ai tempi ormai mutati. Ben 25 anni fa, infatti, faceva il suo ingresso nel mercato questo piccolo e simpatico ovetto colorato contenente un microscopico schermo con un animaletto da curare.
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Si chiama Tamagotchi smart e ha fatto già impazzire gli acquirenti del mercato giapponese per il quale, almeno per ora, rimane un’esclusiva. Se la vecchia versione piacque così tanto al punto di diventare l’oggetto simbolo di una generazione, le stesse speranze non sono state poste in questa nuova versione. E’ piaciuta, è acquistata, ma non ci sono le stesse file chilometriche del 1996.
In accordo ai tempi che cambiano e alla tecnologia che si evolve, la nuova versione del tamagotchi presenta nuove funzionalità in accordo ai nuovi sviluppi. Le dimensioni del display sono molto più grandi e comprendono la funzione touch ma anche l’LCD. Per la prima volta, inoltre, esso è anche a colori!
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Una delle funzionalità aggiunte è il microfono con il controllo vocale: esso non serve per attivare un’assistente, ma per risvegliare l’animaletto con il tono di voce del suo proprietario umano.
Purtroppo, il nuovo arrivato non potrà comunicare con i dispositivi del passato, nè poter essere indossato sempre: grande difetto dell’orologio è la sua non impermeabilità che lo rende davvero delicato. Al momento, il suo prezzo supera di sicuro quello degli anni Novanta: in Giappone ammonta all’equivalente in yen di 55 euro.
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