I permessi lavorativi concessi dall’INPS per la Legge 104/92 devono essere richiesti per determinate finalità. Un abuso di questo diritto, può comportare il licenziamento immediato. Ecco in quali casi.
La Legge 104/92 concede a determinati lavoratori di poter godere del diritto di utilizzare dei permessi lavorativi mensili rispettando determinati requisiti. Chi è titolare di questo diritto, ad esempio nel caso in cui si debba assistere un familiare con gravi problemi di salute, deve evitare abusi per non incorrere un provvedimento disciplinare quale il licenziamento.
E’ comune che le persone richiedano questi permessi non per se stesse, ma per stare con un familiare anziano oppure con disabilità, in qualità di caregivers. Non sono molti chiari però i limiti dell’utilizzo di questo diritto e sono diversi i problemi che potrebbero insorgere. Non a tutti è chiaro se per la legge serva restare in casa in assistenza per tutto il tempo del permesso richiesto o se, al contrario, sia possibile svolgere altre attività. Per non rischiare di infrangere la legge e subire un possibile licenziamento, ecco quali sono i limiti da rispettare.
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Permessi 104, quali sono i casi di abuso
Abusare dei permessi della Legge 104 può comportare anche il licenziamento immediato, quale conseguenza estrema di un comportamento illecito da parte del lavoratore avente diritto.
Una sentenza della Cassazione ha finalmente spiegato i casi previsti dalla normativa per evitare di superare i limiti del diritto previsto dalla legge. Con l’ordinanza n. 17102/2021 è stato approvato il licenziamento disciplinare per coloro che hanno utilizzato in modo inappropriato i congedi. Infatti, ai sensi dell’art. 54 del CCNL, la Cassazione ha rigettato il ricorso del dipendente e ha ribadito che l’unico fine della Legge 104/92 è la sola attività assistenziale del familiare disabile o anziano. Tutto ciò che non rientra nelle cure, è considerato un abuso che contrasta con i precetti della norma di riferimento.
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