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Attenzione a quando fate esclamazioni in pubblico, vietata una nuova espressione comunemente usata

Dalla richiesta dell’Aidaa, l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, potrebbe subentrare il divieto di pronunciare gli animali in esclamazioni offensive in pubblico. 

Persone foto creata da nakaridore – it.freepik.com

Sono molto comuni nel linguaggio colloquiale di tutti i giorni esclamazioni in cui ricorrono spesso specie e razze di animali associati a parole poco gentili e, a volte, volgari. In difesa della categoria si è schierata apertamente l’Aidaa, l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, che si impegna per sensibilizzare le persone, soprattutto i più piccoli, nell’educazione all’utilizzo di un linguaggio corretto e civile nei confronti degli animali. Secondo l’associazione, infatti, sono troppo comuni espressioni offensive e denigratorie che rimandano a immagini distorte dell’animale in questione. Pensiamo, ad esempio, alle parole ingiustamente accostate “porco cane“, o ad altri animali entrati a fare parte dell’immaginario collettivo come esseri mostruosi. Come spiega il presidente dell’Aidaa, Lorenzo Croce:

“Non vogliamo qui fare del facile moralismo, ma così come avviene ad esempio con le favole, dove si presenta sempre, sbagliando, il lupo come un animale cattivo, occorre che qualcuno si prenda la briga di iniziare a modificare questo linguaggio“.

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Le esclamazioni offensive verso gli animali da evitare

Esclamazioni offensive da evitare sugli animali

Tra le vittime maggiori del linguaggio inappropriato delle persone ci sono proprio loro, i cani. Spiega sempre Lorenzo Croce, presidente dell’associazione:

È una vergognosa appropriazione e un’offesa all’animale, il cui nome cane, appunto, viene impropriamente utilizzato per epiteti e insulti violenti“.

L’obiettivo dell’Aidaa, dunque, è quello di insegnare in primis ai bambini che si tratta di espressioni volgari e offensive che insultano gli animali e che andrebbero assolutamente evitate. E’ dunque chiaro l’intento di:

Iniziare a modificare questo linguaggio che trasforma il migliore amico dell’uomo in un aggettivo insultante– prosegue Lorenzo Croce – “Ci auguriamo che le varie accademie che curano con amore e gelosia la purezza della nostra lingua prendano posizione in merito a questa nostra richiesta, che mette in evidenza l’improprio uso di una parola riferita al cane, tanto amato e che viene considerato oramai parte delle famiglie italiane“.

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Piera Feduzi

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