Salute e Benessere

Autosorveglianza: come si fa e quanto deve durare

Secondo le nuove disposizioni, i contatti stretti di un positivo devono effettuare l’autosorveglianza: ecco di cosa si tratta, come si fa e quanto deve durare.

Secondo le nuove disposizioni, tutti gli individui che siano stati a contatto stretto con un positivo al Covid-19 e che abbiano effettuato le somministrazioni vaccinali, devono effettuare l’autosorveglianza. Secondo la normativa, inoltre, è definito contatto qualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato di positività al Covid-19.

Coloro che hanno avuto un contatto stretto, invece, sono obbligati dalle nuove disposizioni all’autosorveglianza: essi non sono costretti a stare in isolamento in attesa dell’esito del tampone, ma possono muoversi liberamente.

Ecco quali sono le regole, come si definisce un contatto stretto e quanto deve durare il periodo di autosorveglianza.

Autosorveglianza: come si svolge e quanto dura? Ecco tutte le informazioni necessarie

Secondo la normativa in vigore, si definisce “contatto stretto” di un soggetto positivo al Covid-19 una persona che:

  • viva nella stessa casa di un positivo;
  • abbia avuto un contatto fisico diretto protetto o non;
  • si è trovata in un ambiente chiuso in sua compagnia senza opportune protezioni;
  • sia un operatore sanitario entrato in contatto con un campione;
  • ha viaggiato in treno o in aereo dove vi siano stati casi conclamati.

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L’autosorveglianza, dunque, permette all’individuo entrato in contatto di poter uscire liberamente di casa anche se in attesa di test: basterà sottostare ad alcuni requisiti ed osservare alcune precauzioni.

Tutte le regole dell’autosorveglianza: una grande novità

Per poter avere accesso all’autosorveglianza a seguito di un contatto, bisognerà aver effettuato da meno di 120 giorni una somministrazione del vaccino anti-Covid, essere guariti da meno di quel tempo o aver ricevuto la terza dose. 


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In questo caso è prevista la prenotazione di un tampone antigenico rapido o molecolare per verificare o meno se il contatto ha dato frutto a un contagio. Tale test va effettuato anche prima dell’eventuale comparsa di sintomi e, a prescindere, al compimento del quinto giorno successivo al contatto. 

Dal primo al quinto giorno, invece, gli operatori sanitari devono eseguire un tampone quotidianamente.

Simona

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