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Nuovo allarme, divieti di passeggiate e attività all’aperto: il virus è letale

E’ allarme peste suina in due regioni del nord Italia, dove sono state vietate numerose attività all’aperto oltre alla caccia. I comuni interessati sono già oltre il centinaio.

Divieto di caccia, ma anche di trekking, mountain bike, raccolta di funghi e tartufi, pesca e delle attività all’aperto per almeno 6 mesi nelle zone potenzialmente abitate da cinghiali infettati dalla peste suina africana (African swine fever) di 114 comuni delle due regioni colpite dall’epidemia animale, il Piemonte e la Liguria.

Peste suina

Il divieto non viene applicato, invece, alla caccia selettiva al cinghiale, in quanto utile a ridurre il numero di esemplari in eccesso e rendere più facile il monitoraggio dell’evoluzione del virus tra i suini nei territori colpiti. Dei 114 comuni della zona interessata, 36 sono liguri mentre 78 piemontesi e si trovano tra Genova, Ronco Scrivia, Novi Ligure, Acqui Terme, Spigno Monferrato e Albissola Marina.

Peste suina, quali pericoli per l’uomo

Peste suina africana

La peste suina africana non sembra essere una minaccia per l’uomo poiché non è trasmissibile. Il problema principale del Paese resta il danno economico anche a fronte dei blocchi delle esportazioni da parte dei Paesi terzi, che ammonterebbe a circa 20 milioni di euro al mese e 1,7 miliardi di euro di export. L’Italia infatti è il settimo produttore di carne nell’Unione Europea, l’industria ha un valore di circa 8 miliardi, per questo bisogna arrestare l’epidemia tra gli allevamenti di maiali.

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Quando un animale viene colpito dalla malattia, deve essere necessariamente abbattuto e con lui tutti gli altri esemplari a suo contatto, poiché sono potenziali portatori del virus  e hanno capacità di contagio che si protrae per circa un anno. Non esistono farmaci e cure mirate per questa epidemia, pertanto l’unico rimedio efficace resta quello della prevenzione. Nei suini è necessario mantenere alto il sistema di sorveglianza degli allevamenti ma soprattutto delle carcasse che vengono rinvenute nei boschi. Per questo motivo è stato emesso il divieto delle attività in questi ambienti non protetti.

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Infatti, nelle zone in cui è in vigore l’ordinanza tra Liguria e Piemonte, sono state rinvenute nei giorni scorsi sette carcasse di cinghiali tutti contagiati dalla peste suina. I cinghiali selvatici sono i più pericolosi proprio per la loro libertà di movimento e la possibilità di raggiungere gli allevamenti infettare gli altri maiali. Questo virus circola nel mondo da decenni e sembra che potrebbe essere stato introdotto in Italia da cinghiali selvatici provenienti da Paesi oltre i nostri confini.

Piera Feduzi

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