Si chiama blue monday e viene considerato il lunedì più triste dell’anno, associato al colore blu che rappresenta la malinconia e la depressione. Ma perché e da dove nasce questa usanza?
Il lunedì più triste dell’anno si colora di blu, tonalità accostata ai sentimenti negativi del cattivo umore, della malinconia e della depressione. E in questo 2022 il blue monday nel calendario ricorre nel giorno 17, ossia il terzo lunedì del mese di gennaio.
Quando è nata questa usanza? La giornata del blue monday è stata stabilita per la prima volta negli anni 2000 dallo psicologo inglese dell’università di Cardiff, Cliff Arnall. Il professore chiamo questo giorno con questo particolare nome poiché in inglese il termine blue è comunemente usato per indicare un sentimento di tristezza, di noia e di malinconia.
Lo psicologo inglese ha stabilito, inoltre, quando ricorre questa giornata triste in base ad alcune variabili quali la stagione, il meteo, le condizioni climatiche, tutti fattori che concorrono al sentimento negativo della malinconia: giornate corte, fredde e scarsamente soleggiate.
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Non solo fattori esterni, però, concorrono alla creazione di un umore nero, o meglio blu: anche questioni psicologiche e personali aumentano il senso di inquietudine di ognuno di noi. Pensiamo al nuovo anno e alle aspettative che ne scaturiscono o all’ansia di non rispettare i proprio obiettivi, ma anche il senso di colpa verso gli eccessi del periodo natalizio e la voglia di rimettersi in forma prima della bella stagione, e infine anche il termine delle vacanze e il non voler tornare alla routine quotidiana della scuola o del lavoro: tutte cose che aumentano inevitabilmente lo stress psicofisico.
Insomma, proprio in questo periodo è assolutamente fisiologico e comune a tutti, secondo lo psicologo, che nasca in noi un senso di tristezza e di disagio rispetto ad altri momenti dell’anno. Eppure, i fattori esterni del meteo e del freddo non valgono esattamente ovunque nel mondo: in alcuni Paesi come in Australia o in Sud Africa, ad esempio, è estate piena e il caldo e il sole riempiono le belle giornate al mare. Inoltre, non a tutti pesa il lavoro o dispiace la fine della vacanze, per questo la teoria dello psicologo del Galles non trova delle basi scientifiche giustificative e convalidanti.
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Piuttosto c’è chi la considera una strategia di marketing sfruttata dalle grandi aziende che, cavalcando l’onda della popolarità di questa giornata, mettono in atto le loro pubblicità per promuovere prodotti e servizi collegati al blue monday con offerte esclusive dedicate.
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