Sono state ridefinite e approvate le nuove norme che regolano il reintegro degli atleti positivi al Covid. Ecco cosa prevedono e quale potrebbe essere la nuova procedura.
La nuova variante ha travolto anche lo sport e numerosi eventi sportivi sono stati rimandati a causa della positività al Covid di numerosi atleti. Negli ultimi giorni è stato ridefinito il “Return to Play”, ossia la procedura di reintegro degli atleti guariti dall’infezione.
Dopo tale approvazione tutto sarà più semplice: ecco cosa prevede il nuovo protocollo adottato dal Ministero della Salute e cosa cambierà.
Il Ministero della Salute ha da poco approvato la nuova procedura di reintegro per gli atleti positivi al Covid. In base alle più recenti evidenze medico-scientifiche, infatti, il Ministero ha aggiornato il protocollo e, di conseguenza, cambiato anche gli esami medici che sarà necessario eseguire prima di ritornare a praticare attività sportiva.
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Ad esempio, si prende in considerazione il fatto che atleti in piena salute e giovani siano poco soggetti a complicanze cardiache. In ogni caso, infatti, esse si risolvono in brevissimi tempi.
Il documento, dunque, tiene conto non solo dei continui esami di screening ai quali gli sportivi sono periodicamente sottoposti, ma anche dell’avanzamento della campagna vaccinale e dell’andamento della curva dei contagi nel nostro Paese.
Il documento approvato dal Ministero della Salute stabilisce che gli atleti positivi al Covid, dopo la negativizzazione, verranno reintegrati in campo dovranno sottoporsi a degli esami diagnostici essenziali. Essi sono, tuttavia, ridotti e limitati a quelli strettamente necessari in relazione all’età, allo status delle vaccinazioni e alle condizioni cliniche generali.
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Per gli atleti asintomatici sarà necessario un semplice elettrocardiogramma di base e un test di sforzo. Sono stati, dunque, eliminati la spirometria e l’Elettrocardiogramma Color Doppler.
Secondo il Coni, l’obbiettivo di tale misura è quello di favorire la ripresa sportiva in condizioni di totale sicurezza ma senza aggravare ulteriormente il Sistema Sanitario Nazionale.
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