A Carnevale ogni scherzo vale! Perché si celebra questa festa tanto attesa dai bambini? E perché si chiamano così il martedì e il giovedì grasso?
Il giovedì grasso è quel giorno che dà inizio ai festeggiamenti del Carnevale, la festa colorata che piace soprattutto ai bambini. Proprio la sua origine spiega il suo carattere giocoso e la voglia di celebrare delle persone. Il Carnevale, infatti, nel calendario liturgico cade prima della quaresima, il periodo che precede la Pasqua con le sue restrizioni e le sue penitenze come il digiuno.
Ecco spiegato allora l’appellativo di “grasso” sia per l’inizio della festa che per l’ultimo giorno del martedì successivo, che nel calendario cade prima del mercoledì delle Ceneri. Poiché il Carnevale dipende dal periodo pasquale, ogni anno ha date differenti ed è cangiante. La tradizione vuole proprio che nella settimana prima della Quaresima, ossia i 40 giorni di privazioni, le comunità si dedicassero a festeggiare con sontuosi banchetti prima dell’astinenza forzata di cibo.
Le origini del Carnevale e le sue tradizioni antiche
Il termine Carnevale, invece, deriva dal latino “carnem levare” e significa eliminare, finire, terminare la carne, ossia tutto il cibo in eccesso, uno dei precetti del periodo precedente alla Pasqua, come dettava l’usanza religiosa dell’epoca. A sancire la fine delle feste è proprio il mercoledì delle Ceneri che, anche se varia sul calendario anno dopo anno, resta sempre l’inizio dei 40 giorni di penitenza della quaresima.
A partire da questo giorno, dunque, si comincia il digiuno forzato dopo il giorno dei massimi festeggiamenti del martedì grasso, che conclude allegramente una settimana intera di bagordi. Tradizione lega il Carnevale soprattutto ad alcune località italiane come Venezia, che in questa giornata festeggiava un’antica vittoria della Serenissima sul Patriarca Ulrico di Aquileia. Da allora vide l’usanza che ogni giovedì grasso macellai e fabbri devono tagliare la testa ai tori, che simboleggia fisicamente la rimozione di un ostacolo e il successo di un’impresa.
Anche in Toscana il giovedì grasso è noto per il Berlingaccio, che significa “leccare con insistenza”, quindi abbuffarsi: la tradizione vuole che si mangi il berlingozzo, dolce tipico a forma di ciambella.
Carnevale è celebrato anche e soprattutto a tavola ovunque in Italia, dove a dominare la scena dei banconi delle pasticcerie sono i diversi dolci che prendono nomi un po’ diversi a seconda dei dialetti e delle località, come sfrappole, cenci o chiacchiere.