Le persone che si sono già sottoposte al booster, ma anche quelle che non lo hanno ancora fatto, si chiedono quand’è che comincia a fare effetto. Ecco la risposa degli esperti.
Sono in molti a chiedersi da quando comincia a fare effetto la terza dose dopo essere stato somministrato. Non è ben chiaro, di fatti, quale sia la reazione dell’organismo una volta che viene oculato anche il booster.
In questo articolo, vi spieghiamo qual è la reazione del nostro sistema immunitario quando entra in contatto per la terza volta con il vaccino. Tale domanda risulta essere più che mai attuale dal momento che con l’aumento dei contagi si sta spingendo affinché sempre più persone si sottopongano al ciclo vaccinale completo e dunque anche alla terza dose.
Roberto Luzzati, professore di Malattie infettive dell’Università di Trieste, ha spiegato che il sistema immunitario è dotato di una sorta di memoria del virus, di conseguenza, quando viene somministrata la terza dose questa andrebbe a fare effetto praticamente da subito per poi consolidarsi con il passare delle settimane.
In poche parola, con la terza dose sembra che si disponga di una protezione tempestiva. Ovviamente, ciò può dipendere anche dalle condizioni del proprio sistema immunitario e, dunque, dalla sua capacità di reagire. In linea generale, comunque, con il susseguirsi delle vaccinazioni, la risposta immunitaria diventa sempre più repentina. In particolare, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Science ha fatto emergere che il booster sarebbe più efficace rispetto alle due dosi di vaccino.
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A circa un mese di distanza dalla somministrazione, peraltro, il valore degli anticorpi è aumentato di oltre il 20 per cento rispetto a quanto non fosse successo con la seconda dose. Non solo, il booster contro il covid è apparso anche in grado di aumentare l’azione protettiva verso le nuove varianti come, ad esempio, la Delta o la Beta.
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Per quanto riguarda l’Omicron, dopo 2 settimane dalla somministrazione con lo studio in esame si è registrata un’efficacia compresa tra il 65 e il 75 per cento. Ciò detto non resta che attendere nuovi studi in merito in modo tale da approfondire una questione interessante che riguarda tantissime persone.
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