L’azotemia richiede un costante controllo dei valori di concentrazione di azoto nel sangue, specialmente per i pazienti affetti da insufficienza renale o sottoposti a dialisi.
L’azotemia indica la concentrazione di azoto non proteico nel sangue. L’azoto è una sostanza che permette il corretto funzionamento del nostro corpo: quello proteico, infatti, ha un ruolo nella formazione degli amminoacidi, mentre quello non proteico al contrario è uno scarto che viene rilasciato attraverso le urine.
Se l’azotemia considera la presenza di azoto non proteico, allora vuol dire che un valore alto indica un malfunzionamento dei reni. Questi, infatti, se non lavorano correttamente, ossia non agiscono per espellere il materiale di scarto tramite le urine, permetteranno una concentrazione maggiore di azoto non proteico nel sangue, causa a sua volta di determinate conseguenze per la salute.
Perché è pericolosa l’azotemia alta per la salute
Il valore dell’azotemia è possibile rilevarlo con delle analisi del sangue di routine, che sarebbe buona prassi eseguire almeno una volta l’anno. Quando si presenta alta, però, non vuol dire per forza che si soffre di seri problemi di salute: potrebbe anche indicare che la persona segue una dieta ricca di proteine oppure si sottopone a un’intensa attività fisica. In questi casi sarà sufficiente cambiare regime alimentare o mantenere il corpo a riposo per un po’ di tempo.
Dunque, quando l’azotemia è alta può vuol dire che nel sangue si è accumulata una sostanza di scarto, quale l’urea, che è un componente azotato prodotto dal fegato. Se i reni non lavorano come dovrebbero, l’urea si annida nel sangue assieme alla creatinina, un prodotto di scarto della degradazione del tessuto muscolare, anch’esso filtrato dai reni ed espulso nelle urine.
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Nel caso in cui i reni non siano molto compromessi, l’azotemia alta non si manifesta tramite sintomi particolari che possano funzionare da campanelli d’allarme. Il suo valore si scopre in genere proprio attraverso le comuni analisi del sangue. Però, ci sono alcuni disturbi che potrebbero allertare il corpo e rendere necessari gli esami per valutarne la presenza. Tra questi sintomi, più o meno gravi, ci sono: la difficoltà a urinare; la stanchezza; la nausea; la confusione mentale; la debolezza; il fiato corto; il dolore al petto o la sensazione di pressione; il gonfiore a gambe, piedi o caviglie per la ritenzione di liquidi; il battito cardiaco irregolare; coma o convulsioni nei casi gravi.
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I rifiuti dell’azoto hanno un effetto tossico sul corpo, tanto da causare l’uremia, ossia l’accumulo di urea nel sangue, che è causa di: prurito; nausea; vomito; danni al cervello; debolezza o intorpidimento di mani e piedi.