La pandemia da Covid-19 ha davvero cambiato la vita degli italiani, e non solo. Il virus è stato e continua ad essere una fonte inesauribile di paura, soprattutto per tutti coloro che hanno dovuto combatterlo in prima persona da asintomatici e no.
Nei mesi scorsi a creare un nuovo momento di grande paura è stata la variante Omicron, ritenuta la più contagiosa tanto da colpire in modo insistente anche i bambini determinando così la decisione da parte dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) di predisporre il vaccino anche per i bambini dai cinque anni in poi dato l’incremento dei contagi.
Molte famiglie, infatti, si sono trovati a fare i conti con la dad e che la positività dei figli che, nel migliore dei casi, sono stati attaccati dal Covid ma in modo asintomatico. In casi come questi, comunque sia, i genitori del figlio ‘asintomatico’ devono prestare moltissima attenzione a ‘certi aspetti’ che si presentano dopo la guarigione.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, sono numerosi i bambini che in questi ultimi mesi hanno contratto il Covid, in particolar modo la variante Omicron anche se non è stata definita eccessivamente pericolosa per i più piccoli. Quanto detto, però, non rende esente i bambini dal Long Covid, motivo per cui i pediatri consigliano di realizzare dei controlli quattro settimane dopo la guarigione dal virus e non solo.
In particolar modo, i genitori devono stare particolarmente attenti nel momento in cui i figli presentano sintomi come febbre, occhi rossi, eruzioni cutanee per i quali devono contattare nell’immediato il pediatra, dato che questi sono manifestazione della Mis-C. A fornire una spiegazione del caso il dottore Massimo Resti, pediatra direttore del Dipartimento specialistico interdisciplinare dell’Azienda ospedaliera universitaria Meyer di Firenze, che a Il Messaggero ha dichiarato: “Avviene in un caso su 3.000, con il 20% che va a finire in rianimazione. La comparsa di quest’infiammazione dei piccoli vasi sanguigni che determina un danno diffuso più o meno variabile, avviene dalle due alle quattro settimane dopo il Covid. Il sistema immunitario spara le sue cartucce in modo continuativo, anche quando il virus non c’è. È una sorta di guerra in cui se la canta e se la suona. Ma le cure ci sono: se la riconosciamo prontamente abbiamo le armi per sconfiggerla”.
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A venire in aiuto ai genitori troviamo anche Annamaria Staiano, medico pediatra presidente della SIP, Società Italiana di Pediatria.
La dottoressa Staiano, secondo quanto riportato da Healthdesk, parlando del Long Covid ha dichiarato: “Come per gli adulti, anche per i bambini uno dei sintomi più comuni riscontrato nei lavori scientifici è l’affaticamento persistente che riportano fino all’87 per cento dei pazienti con Long Covid. Altri sintomi ai quali prestare attenzione sono: cefalea, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, dolore addominale, mialgia o artralgia, dolore toracico persistente, mal di stomaco, diarrea, palpitazioni cardiache e lesioni cutanee”.
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Successivamente, la Presidente SIP conclude dichiarando: “I sintomi neuropsichiatrici persistenti sembrano essere i disturbi più comuni nei bambini e negli adolescenti che hanno avuto il Covid-19”.
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