Il 31 marzo è alle porte è molte aziende dovranno decidere cosa cambiare e come continuare nel mondo del lavoro, ma cosa cambierà per lo smart working?
Il nodo smart working sta per essere sciolo e dal 31 marzo del 2022 le aziende dovranno scegliere in che direzione andare, allo stesso modo anche i lavoratori potranno fare le loro proposte al fine di avviare un nuovo percorso o ritornare alla formula lavorativa pre Covid.
Sono molti gli imprenditori che si sono espressi sul noto smart working, spiegando come questo abbia permesso a numerosi di loro di rivedere la struttura della propria azienda, notando anche un cospicuo risparmio nel limitare gli impiegati in azienda: alcuni in casa allo smart working puro, altri gestendosi con una formula ibrida e infine coloro per cui la presenza sul posto di lavoro è necessaria.
Questa è la domanda che negli ultimi giorni la fa da padrona dopo l’annuncio relativo a un rientro delle misure di sicurezza e la fine dello stato di emergenza, reso necessario a seguito della pandemia da Covid-19.
Il rapporto con il virus ha anche cambiato il rapporto con il lavoro e, sempre più aziende, sperano di poter aprire un piano di lavoro e continuare anche dopo il 31 marzo la formula dello smart working, auspicando in una formula ibrida. Al momento, però, si tratta solo di supposizioni in attesa di capire davvero cosa cambierà in tal senso dopo la fine dello stato di emergenza.
LEGGI ANCHE: Tampone fai da te: ecco come funziona
LEGGI ANCHE: Ecco perché non dovresti mai mangiare l’aglio cotto, potrebbe succederti questo
A rompere il silenzio sul nodo smart working è stato anche lo youtuber e scrittore Marco Montemagno che, al sito Takom.at, parlando del tema in questione ha dichiarato: “Ad oggi lo smart working è molto legato al concetto di lavorare in qualunque situazione. Entrando più nel merito, per me smart working significa lavorare in maniera non solo efficiente ma anche efficace, dove efficiente significa fare le cose nel modo giusto, ed efficace significa fare la cosa giusta”.
Marco Montemagno, in seguito, ha poi concluso con la seguente osservazione: “Per cui questo della consapevolezza degli obiettivi è un tema molto importante. Ogni azienda è diversa, ogni professionista è diverso, mentre spesso noto un approccio troppo standard in questo genere di strumenti”.
Il direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, Paolo Pandolfi, ha voluto rilasciare…
Indiscrezione al Principato di Monaco, chi è incinta questa volta. Ecco tutte le curiosità della…
Rosa chemical, chi è e tutto quello che non sappiamo di lui. Tutto sul nuovo…
Il direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano,…
Il covid ha seriamente messa a dura prova le persone in tutto il mondo, motivo…
Nel corso degli ultimi mesi sono stati numerosi i cambiamenti in relazione allo smart working,…