Un nuovo allarme si scatena tra bambini e adolescenti riguardanti gli effetti che il Covid-19 ha avuto su ognuno di loro, e che nulla a che vedere con il long Covid.
In questi ultimi due anni abbiamo avuto modo di scoprire in prima persona quelli che sono gli effetti che il Covid lascia sul corpo di ogni persona contagiata, motivo per il quale innescare molte paure troviamo anche il long Covid che si innesca con una serie di disturbi principalmente nei bambini e adolescenti che deve essere attenzionato poche settimane dopo la negativizzazione dal contagio.
La pandemia, ormai agli sgoccioli, ha lasciato anche ulteriori segni nell’animo di bambini e adolescenti che nulla hanno a che vedere con il long Covid. Ecco di cosa si tratta.
Gli effetti del Coronavirus sulla persona
Come abbiamo avuto modo di spiegare anche in occasione della pubblicazione di articoli precedenti, è impossibile negare come la pandemia da Coronavirus abbia cambiato letteralmente la quotidianità di ogni persona nel mondo.
In questi due anni la persona ha dovuto fare i conti con lo smart working, posti di lavoro messi in sicurezza, distanziamento sociale e non solo. Ad essere cambiato e anche l’approccio con gli studi soprattutto per i minori che hanno dovuto fare i conti, invece, con la didattica a distanza, la paura di vivere a stretto contatto con i propri compagnetti di classe, quarantena e l’impossibilità di potersi incontrare liberamente come avveniva prima che la pandemia diventasse una realtà con la quale convivere. Una lunga serie di cambiamenti che inevitabilmente hanno segnato anche la psiche dei bambini e degli adolescenti.
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Cosa succede alla psiche di bambini e minori?
I due anni di pandemia, ad ampio raggio, hanno toccato la psiche di bambini e minori che si sono visti sottratti all’improvviso ogni libertà e la possibilità di vivere quotidianamente con i propri coetanei, costretti a relazionarsi attraverso uno schermo con gli amici e anche con gli insegnanti. Un momento davvero difficile della loro vita che verrà inevitabilmente segnata.
A commentare il tutto è stata la psicopedagogista Fiorenza Riccardi, responsabile del progetto 0 17 Fatebenefratelli: “I minori arrivano per iniziativa delle famiglie, consigliate dal pediatra o dall’insegnante”.
La dottoressa Riccardi successivamente ha concluso così il suo intervento: “Il disturbo prevalente, al momento, è il disturbo dell’apprendimento, non significa semplicemente essere distratti o svogliati ma manifestare una sofferenza, come la difficoltà a comprendere i testi o seguire le lezioni, a fronte di una normale capacità cognitiva. I disturbi specifici dell’apprendimento vengono diagnosticati intorno al secondo anno della scuola primaria, di solito”.
Tra le problematiche riscontrate in numerosi bambini troviamo anche disagi emotivi, difficoltà costruzione di un’immagine di sé che permette di relazionarsi agli altri alla pari, oltre che ansie acute, fobie, disturbi del sonno o nell’alimentazione motivo per il quale è sempre ben consigliabile relazionarsi con il proprio medico ed eventualmente valutare anche l’inizio di un percorso insieme ad uno psicoterapeuta.