Con gli ultimi avvenimenti che hanno visto l’esercito russo invadere in maniera inavvertita l’Ucraina sono inevitabili le conseguenze per quanto concerne i rapporti con Putin, Presidente della Federazione Russa, principale fornitrice di gas all’Italia.
Per contrastare l’avanzata dell’esercito russo in Ucraina e arrivare ad una tregua, l’Europa sta mettendo in atto delle sanzioni contro la Russia che inevitabilmente avranno delle ripercussioni sui rifornimenti di gas dell’Italia dalla Russia.
Una volta che le sanzioni cominceranno a sortire i loro effetti, di fatti, si potrà assistere ad un aumento ingente del costo del gas fino alla malaugurata possibilità per l’Italia di restarne addirittura senza. Scopriamo insieme il Governo Draghi come ha intenzione di affrontare il problema semmai dovesse presentarsi.
La situazione appena prospettata apre nuovamente le porte al ritorno ad una fonte fossile che oramai è ampiamente considerata inquinante e che quindi diversi paesi si erano impegnati a mettere da parte. In Italia, sono circa 7 le centrali a carbone sparse sul territorio e in particolare:
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Tra l’altro, già dal mese di dicembre 2021 erano state riattivate proprio a causa dei conflitti tra Russia e Ucraina. In sostanza, Mario Draghi ha prospettato la possibilità di ritornare a fare ricorso delle centrali a carbone per poter far fronte alla crisi energetica a cui si assisterebbe in caso di mancanza di fornitura da parte della Russia. Questo almeno è quanto ha riferito il Presidente del Consiglio alla Camera. A differenza del costo del gas, quello del carbone ha sempre mantenuto un andamento stabile. E’ anche vero che in questi anni l’Italia si era impegnata nel rispetto del Patto per il Clima di Glasgow a convertire queste centrali sfruttando l’alimentazione a gas.
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Ad ogni modo, oltre al ritorno alle centrali al carbone, Draghi ha fatto sapere anche che si potrebbe ricorrere al gas qatariota o quello proveniente dall’Algeria e la Libia. Ad ogni modo, si è fondamentale riuscire a diversificare il più possibile i propri rifornimenti in modo tale da non ritrovarsi a dipendere da i paesi fornitori.
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