Il mese di marzo 2022 segna anche l’arrivo di una nuova riforma in campo Irpef e che permetterà di ricevere dei piacevoli cambiamenti nel proprio assegno mensile. Ecco di cosa si tratta nello specifico.
Negli ultimi due anni abbiamo avuto modo di vedere cambiare notevolmente la gestione dell’assegno di pensione, cambiando anche le modalità di accesso grazie anche alla quota 100 e non solo.
In questi anni, non a caso, sono state anche molte le persone che hanno maturato i requisiti minimi per l’accesso anche all’assegno di pensione solidale, oltre che di vecchiaia, i quali nel tempo hanno anche subito cambiamenti e adeguamenti necessari allo stile di vita e non solo. Motivo per il quale la notizia diffusa nel corso delle ultime ore assume una notevole importanza.
Secondo un’analisi di mercato e le considerazioni fatte dalla squadra di Governo che in questi mesi ha lavorato alla Legge di Bilancio 2021, pronta anche ad ultimare anche gli ultimi dettagli relativi a quella del 2022.
Quando detto, infatti, ci riporta anche l’adeguamento Irpef messo in atto per le pensioni che, già da marzo, vedranno un aumento al fine di fronteggiare al rincaro vita che si è registro nel 2021.
Le modalità, dunque, sarebbero le seguenti:
– è pari al 100 % (di 1,7%) per gli assegni più bassi, fino a 4 volte il minimo (cioe fino a 2062 euro lordi, importo in cui rientra la maggioranza degli assegni),
– del 90% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (fino a 2577,90 euro)
– del 75% oltre questa soglia (assegni lordi oltre 2.577,90 euro)
Secondo quanto reso noto dalla stampa, quindi, sembrerebbe che il trattamento della pensione minima passerà da 515,58 euro a 524, 34, mentre l’assegno di pensione sociale passerà da 460,28 a 468,10 euro mensili.
Infine, dettaglio da non sottovalutare, coloro che sono titolari del trattamento di vecchiaia devono controllare il loro prossimo versamento che non deve scendere mai sotto i 702,16 euro mensili; invece, la pensione anticipata non dovrà essere inferiore a 1.310,69 euro mensili.
Infine, altre informazioni da non sottovalutare sono le seguenti:
– Nessun taglio se il reddito del percipiente, al netto della pensione, è inferiore a 20.449,45 euro.
– Per redditi superiori a tale valore, e fino a 27.265,93, il taglio sarà del 25 per cento.
– Per redditi tra 27.265,93 e 34.082,42, il taglio sarà del 40%,
– per redditi superiori il taglio sarà del 50 per cento.
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