Spezzare le pillole a metà è un’abitudine abbastanza diffusa: gli esperti spiegano perché non dovreste mai farlo. E’ davvero pericoloso!
Le pillole sono tra le forme più diffuse di assunzione di medicinali: ne esistono di ogni genere, forma, involucro e dimensione. Molto spesso capita di ritrovarci con pillole di antibiotico che possono avere anche notevoli dimensioni e, per questo motivo, risultano difficili da deglutire.
Una delle soluzioni più frequenti a questo problema è quella di spezzare la pillola a metà. Altre volte, invece, la si spezza in quanto si vuole assumere solo una parte del dosaggio completo.
Tuttavia, gli esperti ammoniscono chi ha questo comportamento: spezzare le pillole a metà può essere davvero pericoloso! Scopriamo insieme il perché.
Negli ultimi giorni un nuovo monito dei medici e degli esperti ha messo molti pazienti al corrente di qualcosa che forse non tutti sapevano. A quanto pare, infatti, dividere le pillole a metà è un’abitudine davvero dannosa.
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A lanciare il monito è stata la Società Italiana di gerontologia e geriatria: questa abitudine, infatti, comune spesso agli anziani non solo può aumentare il rischio che si sviluppino effetti collaterali, ma può anche far perdere di efficacia la terapia.
Sono proprio gli anziani i soggetti più a rischio in questa cattiva abitudine: il pericolo che si corre è quello di un sovradosaggio o della dispersione delle sostanze contenute nel principio attivo. Ma non solo.
Spezzando più farmaci insieme, inoltre, si rischiano anche interazioni o reazioni allergiche o avverse. Per questo motivo bisogna perdere il più possibile questa abitudine.
Esistono numerosi modi, però, con i quali si può ovviare a questa cattiva abitudine. Ad esempio, qualora il farmaco in compresse fosse troppo grande e non si riuscisse a deglutirlo, lo si potrebbe assumere anche in altre formulazioni.
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Ancora, quando, invece serve un dosaggio minore, invece di suddividere la stessa pillola, si potrebbe acquistare direttamente il farmaco con un principio attivo in dose minore. Ovviamente, in entrambi i casi, è sempre consigliabile chiedere il parere del proprio medico curante.
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