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Disastro nucleare, aggiornato il piano di sicurezza: 3 fasi da seguire al chiuso

Da poco è stato aggiornato il piano di sicurezza per contrastare gli effetti di un disastro nucleare: ecco quali sono le 3 fasi da seguire.

La guerra in Ucraina è entrata nella sua fase più acuta, la Russia ha messo in allerta le testate strategiche e le centrali nucleari su suolo ucraino sono in pericolo. La paura del nucleare, cessata con la fine della Guerra Fredda, negli ultimi tempi si fa più viva che mai. 

Di conseguenza, data la vicinanza dei territori in pericolo, l’Italia si prepara al peggio e lo fa aggiornando il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Scopriamo nel dettaglio cosa è stato aggiunto e quali sono le fasi da seguire.

Aggiornato il piano di sicurezza in caso di disastro nucleare: ecco cosa prevede

Il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari prevede delle misure che servono per affrontare le conseguenze dei disastri nucleari, siano esse azioni belliche o semplici incidenti. L’esempio più noto fu proprio il disastro alla centrale di Chernobyl: anche in quel caso furono utilizzate le indicazioni in esso contenute.


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Esso prevede la necessità di restare chiusi in casa o in qualsiasi posto coperto chiudendo tutte le porte e le finestre. Andranno, poi, spenti gli impianti di ventilazione e condizionamento per un breve periodo.

Altre misure, invece, prevedono la restrizione nella commercializzazione dei generi alimentari, compresi quelli di origine vegetale e animale.

Le tre fasi da seguire per la sicurezza

Sono tre le fasi comprese nel Piano e che bisogna seguire per la sicurezza in caso di disastro nucleare. La prima fase corrisponde all’evento vero e proprio e si conclude con il rilascio delle sostanze radioattive.


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La seconda fase, invece, viene avviata a seguito del passaggio della nube radioattiva e la deposizione al suolo delle sostanze nocive. Infine, la terza fase consiste nella convivenza con le radiazioni e le relative bonifiche.

Nel Piano, infatti, si legge: “[a seguito di] un incidente severo a una centrale nucleare e sulla base di valutazioni dosimetriche, si può presentare la necessità di intervenire per ridurre l’esposizione a radiazioni ionizzanti“.

Simona

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