La crisi energetica scaturita a seguito della guerra in Ucraina ha riaperto il dibattito sulla fusione nucleare. Ecco di cosa si tratta e perché è una fonte energetica così conveniente.
Negli ultimi tempi la crisi energetica si è acuita sempre di più fino ad arrivare al terrore per la scarsità delle risorse e a prezzi sempre più proibitivi. La guerra in Ucraina è stata la causa principale di questa situazione: il nostro Paese e, in generale l’Europa, è ancora molto dipendente dai gasdotti che passano in quei territori.
Proprio a causa di questo problema comune a molti Paesi Membri dell’UE, si è da poco riaperto il dibattito circa la fusione nucleare. Un metodo nuovo di produrre energia e che potrebbe rivelarsi la soluzione giusta. Ecco il perché.
Il caro-bollette degli ultimi mesi, peggiorato notevolmente a seguito dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, rende necessario più che mai il ricorso a fonti energetiche alternative. Un’ottima soluzione, in questo caso, è rappresentata dalla fusione nucleare.
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Il premier italiano Mario Draghi ha ufficialmente aperto la disponibilità del Paese e l’incremento in questo senso dovrebbe ottenersi entro il 2028. Secondo Draghi, infatti, “L’impegno tecnico ed economico è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile“.
La fusione nucleare è un del tutto naturale: esso è un processo di reazione nucleare avviene sul Sole. In esso sono coinvolti due o più atomi che si fondono tra loro creando un nuovo nucleo di massa maggiore.
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L’Italia, dunque, non può di certo fermare alcuni eventi storici, ma può rimediare sulle conseguenze aprendo la strada a fonti alternative. La fusione nucleare, infatti, da sola è in grado di produrre una grande quantità di energia da fornire al Paese.
Con la produzione di un primo prototipo entro il 2028, dunque, l’Italia farà passi da gigante verso una maggiore indipendenza energetica.
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