Imparare a fare una spesa salutare è il primo ed importantissimo step per prendersi cura del nostro corpo, motivo per cui è bene conoscere quali sono gli alimenti considerati più a rischio pesticidi.
Nel corso degli anni la tematica relativa all’utilizzo dei pesticidi che, se usati nel modo errato durante la fase di coltivazione, possono incidere negativamente sul nostro organismo in quanto usati in una quantità superiore ai livelli consentiti dal corpo umano.
Quanto detto, non a caso, è stato anche oggetto di una ricerca effettuata sul campo su vari campioni di frutta al fine di scongiurare la presenza elevata di pesticidi sugli alimenti, ecco di seguito i risultati.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel mirino dell’attenzione del web, troviamo una ricerca sul campo realizzata da ‘Stop Pesticidi’, stilato da Legambiente in collaborazione con Alce Nero.
Il dato emerso dal documento in questione è davvero preoccupante, dato che il 53,59% dei campioni esaminati presenta tracce di almeno una sostanza chimica. Ecco di seguito alcuni esempi di cibi segnalati perché con la presenza di pesticidi e fungicidi di origine chimica:
– Uva da tavola: 85,71% dei campioni regolarti, quindi con pesticidi nei limiti della legge;
– Pere: 82% di campioni regolari:
– Fragole: 71,79% di campioni regolari;
– Pesche: 67,39% di campioni regolari;
– Agrumi: 3,47% di campioni regolari, con pesticidi oltre i limiti della legge;
– Piccoli frutti: 4,44% di campioni irregolari;
– Frutta esotica: 3,13% di campioni irregolari.
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La ricerca effettuata sul campo al quale abbiamo appena fatto accenno è stata commentata anche da Angelo Gentili, responsabile di agricoltura di Legambiente.
In una nota diretta alla stampa, quindi, Gentili ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Alla luce dei dati emersi dal dossier dobbiamo adoperarci per raggiungere obiettivi sempre più sfidanti, come indicato con chiarezza dalle strategie Farm to fork e Biodiversità che entro il 2030 prevedono: riduzione del 50% dei pesticidi, riduzione del 20% dei fertilizzanti, riduzione del 50% degli antibiotici, raggiungimento del 10% delle aree agricole destinate ai corridoi ecologici e del 25% di superficie coltivata a biologico in Europa”.
Angelo Gentili, successivamente, ha poi concluso così la nota a cui facciamo riferimento: “Per raggiungere tali obiettivi, è importante puntare con impegno e determinazione sulle buone pratiche agronomiche che garantiscono la conservazione della biodiversità e adottare le tecniche innovative e digitali per prevenire ed evitare l’utilizzo di molecole di sintesi. Serve altresì lanciare un messaggio chiaro, mettendo al bando definitivamente sia il glifosato che ogni altra tipologia di neonicotinoidi per salvaguardare la salute dei consumatori, gli ecosistemi, le api e gli insetti impollinatori”.
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