La logopedia può davvero cambiare la vita dei nostro bambini. Non bisogna allarmarsi, ma ci sono dei segnali che devono far pensare
Il logopedista si occupa di tutti i disturbi legati alla voce, al linguaggio, alla comunicazione, alla deglutizione e in generale a tutte le finzioni orali. Contrariamente a quanto si possa pensare la logopedia non è rivolta ad una particolare fascia di età, ma può essere destinata sia agli adulti e agli anziani che ai bambini.
Sono tante le patologie che possono necessitare l’intervento del logopedista, come per esempio problemi alle corde vocali o stanchezza, disturbi del linguaggio, abitudini sbagliate (come mangiarsi le unghie o succhiarsi il pollice) o alterazione della deglutizione. Soprattutto per i bambini, è importante riuscire a cogliere il prima possibile i segni di un possibile disturbo per potere intervenire quanto prima.
Disturbi del linguaggio nei bambini: quando bisogna allarmarsi e cosa bisogna fare
I bambini hanno solitamente delle tappe cronologiche di sviluppo. Da zero a tre mesi iniziano a piangere, vocalizzare, sorridere, piangere per comunicare con noi. A quattro sei mesi impara i primi suoni, inizia a pronunciare le prime sillabe aprendo e chiudendo la bocca. A sette mesi inizia a produrre sillabe in sequenza, come mama o baba. Tra gli 8 e i 13 mesi produce sillabe diverse in sequenza (bana). Tra i 12 e i 18 mesi compaiono le prime parole, che vengono utilizzare per far capire il significato di una frase, come dire acqua per manifestare la necessità di bere. A due anni si possono associare due parole, e la palla è composta da due elementi. Tra i due e i tre anni iniziano ad essere pronunciate le prime frasi fatte da soggetto, verbo e oggetto. Se il bambino è lievemente in ritardo questo non deve allarmare, ma se la linea temporale risulta particolarmente lontana allora è necessario rivolgersi a un logopedista che possa indicare lo stadio di sviluppo del bambino e eventualmente porre rimedio.
E’ importante sollecitare quanto più possibile lo sviluppo del bambino, cercando di pronunciare correttamente tutte le parole, ascoltare quello che ha da dire, lasciandogli il tempo di provare ad articolare la frase. Correggerlo semplicemente facendogli sentire il suono corretto senza provare a farglielo ripetere o pretendendo che lo dica immediatamente giusto. Relazionarsi con lui anche tramite il gioco, che è importantissimo per riuscire ad interagire con lui.